Lo rivela uno studio condotto su tre team (uomo-macchina, macchina-macchina, uomo-uomo) impegnati in giochi il cui obiettivo è raggiungere il miglior risultato possibile per tutti i partecipanti
AGISCE non in base all’intuizione, o a norme sociali, né tantomeno alle emozioni. Almeno non ancora. L’intelligenza artificiale sembra votata a una sola logica: quella dell’efficienza. Il risultato? È in grado d’imparare a fare squadra meglio degli esseri umani. Lo dimostra uno studio depositato su arXiv, la banca dati online su cui si trovano le bozze degli articoli scientifici prima della pubblicazione su testate accreditate, e ripreso anche dalla rivista Science. Una ricerca diretta a produrre un nuovo tipo di algoritmo in grado di collaborare con esseri umani e macchine a livelli che competono con quelli umani, in giochi il cui obiettivo è raggiungere il miglior risultato possibile per tutti i partecipanti.
“Il focus della nostra ricerca era sviluppare un’intelligenza artificiale che sapesse cooperare con le persone, così come fanno le persone tra loro”, spiega a Repubblica l’autore dell’analisi, Jacob Crandall. “Scoprire che collaborano meglio di noi è stato un curioso risultato addizionale”. Gli studiosi hanno testato 25 differenti algoritmi di apprendimento automatico, che venivano incoraggiati ogni volta che compivano una mossa collaborativa, e condotto i loro esperimenti coinvolgendo tre team: uno composto da due persone, uno da due computer, e uno da un computer e una persona.
La Repubblica