L’iniziativa a Canale d’Agordo (sulle Dolomiti bellunesi), paese natale di Giovanni Paolo I. Un museo nei luoghi del Pontefice: così si promuove il territorio
Immergere il visitatore negli splendidi luoghi in cui è cresciuto Albino Luciani, farlo immedesimare nel suo vissuto respirandone i valori e toccandone con mano gli oggetti dell’infanzia, proporgli un’esperienza culturale e spirituale capace di emozionare e lasciare il segno tramite il coinvolgimento di tutti i sensi. È quanto si propone di fare il Museo Albino Luciani (Musal) inaugurato a fine agosto dal segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, nell’ex municipio di Canale d’Agordo, il paese inerpicato sulle Dolomiti bellunesi dove è nato Giovanni Paolo I, il papa dei 33 giorni.
Quattro piani per 380 mq di superficie espositiva, pannelli, video, reperti storici legati alla vita del Pontefice dei 33 giorni, il Musal della Fondazione Papa Luciani Giovanni Paolo I è stato fortemente voluto dall’amministrazione comunale e porta la firma degli architetti Antonio Polazzon e Willi Guidolin per la ristrutturazione dell’edificio e dell’architetto Marino Baldin per l’allestimento interno, realizzato insieme al curatore scientifico Loris Serafini.
La memoria di Papa Luciani si intreccia in maniera inestricabile con la Valle del Biois in cui il giovane Albino è cresciuto e ha maturato la sua vocazione al sacerdozio. Motivo per cui il museo punta a diventare un polo di attrazione turistica per raccontare e promuovere un intero territorio, proprio a partire dalla vicenda di questo concittadino illustre così strettamente connessa alle sue valli. «Questo museo rappresenta per l’intero Agordino una certezza e una sicura opportunità», spiega a ItaliaOggi Marco Arcieri della Fondazione Papa Luciani. «Canale è sempre stato un luogo di ritrovo per i fedeli di Papa Luciani, ma con questa nuova infrastruttura culturale abbiamo la possibilità di fare conoscere a tutto il mondo una realtà come la nostra ancora sconosciuta a molti».
L’inaugurazione del museo è stata anticipata da una capillare campagna di comunicazione veicolata via stampa, radio e social, contribuendo a fare crescere l’attesa per il taglio del nastro fissato al 26 agosto. Una strategia destinata a continuare per il futuro, e resa possibile anche dall’impegno di partner privati, a partire dalle aziende del distretto dell’occhialeria e degli impianti invernali. «È intenzione della Fondazione», continua Arcieri, «oltre a una puntuale opera di informazione e promozione, creare appuntamenti che consentano al visitatore di immergersi nella realtà storica di Papa Luciani». Da qui l’idea di coinvolgere nel periodo autunnale le scolaresche e i gruppi organizzati. «Canale d’Agordo», aggiunge l’esponente della Fondazione Luciani, «è e sarà sempre il paese natale di Papa Luciani. La presenza del nuovo Museo garantisce ancora di più una tipica esclusività. È riduttivo tuttavia pensare sia la sola risorsa. Non è possibile immaginare un percorso della fede, un’analisi storica slegati di questo Papa slegati dall’ambiente in cui ha vissuto, i cui tratti essenziali sono fortunatamente riscontrabili ancora oggi grazie a un contesto che il visitatore può apprezzare nella sua genuinità». Ed è per questo che la promozione del Musal e l’obiettivo di intercettare pellegrini e visitatori interessati alla figura di Papa Luciani, vanno a braccetto con le politiche di attrazione turistiche proprie di un territorio dolomitico che vive soprattutto di turismo invernale ed estivo.
Giovanni Bucchi, ItaliaOggi