Mentre Nizza si tinge di sangue il settimanale esce con la cover sulla pericolosità delle zanzare. Bastava un po’ di prudenza. E Focus non fa meglio
Il numero 29 dello Spiegel, in edicola sabato scorso, probabilmente entrerà nella storia del giornalismo. Per la sua copertina, e non per la sua qualità grafica: testimonia un record di sfortuna. La Promenade des Anglais a Nizza è trasformata in una scia di sangue, 84 vittime del nuovo attentato opera di un arabo. In Turchia fallisce il colpo di stato dei militari, soffocato sempre nel sangue, quasi trecento le vittime. E cosa presenta Der Spiegel in copertina? La zanzara, «das gefärlichste Tier der Welt», il pericoloso animale al mondo. Forse, Tier, bestia, è sembrato più efficace di Insekt. Come se non bastasse, il sottotitolo continua: «Die tödliche Invasion der Mücken», la mortale invasione delle zanzare. Certamente, non bisogna infierire sui colleghi. Troppo facile fare i grilli parlanti, dopo. La rivista di Amburgo, sempre la più autorevole della Germania e d’Europa, chiude il numero al venerdì mattina, per essere in edicola al sabato, anche all’estero. L’attentato è avvenuto alla sera del 14 luglio, troppo tardi per fermare le macchine e cambiare in corsa, come è avvenuto per la Brexit. Il titolo previsto, dedicato alla nuova generazione di egoisti e narcisisti, gettato nel cestino.
Però, la cattiva sorte può essere evitata, o limitata, con un minimo di prudenza, di sesto senso che fa parte delle qualità professionali. Come insegnava Ernst Hemingway, un giornalista deve essere sempre pessimista, un politico sempre ottimista. Più modestamente, lo consigliavano un tempo tutti i capicronisti. In questa estate segnata dal terrorismo, con l’Europa sempre invasa da migliaia di disperati al giorno, con i fuggiaschi che continuano ad annegare innanzi a Lampedusa, perché scomodare le zanzare?
Appena meglio, ma di poco, è andata al rivale Focus. Il settimanale di Monaco è uscito con una copertina estiva: Endlich abschalten, finalmente staccare la spina, con l’immagine di un uomo spaparanzato su una nuvoletta, e il sottotitolo «Wie Sie Körper uns Seele vom Stress und Ängsten schützen», come proteggere il corpo e l’anima dallo stress e dalle paure. In fondo, si rimane sul tema terrorismo, sia pure in chiave ottimistica.
Adesso bisognerà vedere come reagiranno i lettori. Probabile che si registrerà un nuovo record verso il basso. Lo Spiegel vende sempre oltre le 800 mila copie di media, ma la gran parte in abbonamento. In edicola si scende intorno alle 170 mila, poche per la Germania. Focus vende 466 mila copie, ma in edicola vende poco al di sopra delle 50 mila.
I responsabili, sia a Monaco che ad Amburgo, non sanno bene che strada scegliere: temi seri, o leggeri, Putin e Trump oppure il calcio, e il tempo libero? La copertina di Focus sui campionati di calcio a Parigi si è rivelata un flop. A Spiegel è andata bene con il numero bilingue dell’11 giugno, dedicato alla Gran Bretagna prima del referendum, e la stessa copertina e il titolo per le due versioni: «Bitte geht nicht!» e «Please don’t go!», il titolo in copertina. Peccato che l’appello e l’immagine con l’Union Jack, fossero identiche a quella del bimestrale Business Spotlight (32 mila copie), che ha denunciato con ironia il plagio: se siete a corto di idee, please call us!. E sportivamente hanno aggiunto «grazie per aver migliorato la nostra copertina» che, tuttavia, era in edicola fin da aprile.
Italia Oggi