(Tiziano Rapanà) E’ un focus particolare e vagamente ambizioso, perché vuole trattare – seppure superficialmente – il mondo promozionale legato alla produzione industriale della carne. Si tratta di un settore inconsueto che abbraccia il mediaticamente vilipeso universo dei fast food e il più classico sistema di aziende che realizzano prodotti freschi e lavorati (hamburger, cotolette panate, nuggets etc.) ed affettati per la vendita all’ingrosso e dettaglio.
Galletto Vallespluga (2016)
Agenzia pubblicitaria: LAB7.
Voto 3. E’ l’orripilante ritorno propagandistico del Galletto Vallespluga scandito dalle mode vissute dai settanta ai giorni nostri, nelle varie tavole italiane. E’ inutile scrivere che – come banalità comanda -, l’unica certezza possibile di questi svariati simposi familiari è il mitico galletto che, come il claim assicura, è “sulla cresta dell’onda”. Manca la fantasia, manca la creatività (suvvia non se ne può più della liturgia del pranzo della domenica), manca la genialità dell’anticonvenzionalità e soprattutto manca l’allegria che ha sempre contraddistinto la storia del brand. E pensare che, in passato, Il Galletto Vallespluga ha regalato meravigliose perle alla gloriosa storia della pubblicità nostrana.
Prosciutto Gran Biscotto Rovagnati (2015)
Agenzia Pubblicitaria: Sunlight Advertising.
Voto 6. E’ una banalità anche piacevole da guardicchiare, giacché la voce fuori campo sa costruire una buona atmosfera di gran fascino. Epperò l’idea di un bambino il quale sfoglia un libro audiovisivo che spiega la genesi del celeberrimo prosciutto Rovagnati, non mi sembra una gran cosa… o meglio: non mi sembra una situazione particolarmente coinvolgente. E pertanto del complesso resta poco, quasi niente. E non aiuta nemmeno il constatare che i creativi non hanno cambiato claim e dunque si sono risparmiati d’arrischiare qualcosa di diverso dal solito banalissimo “crudo o cotto Gran Biscotto”.
Casa Modena – Linea affettati “Liberamente”
Agenzia pubblicitaria: Max information (Armando Testa Group).
Voto 7. Non merita più del discreto, questo divertente spot che promoziona salumi magri. Purtroppo gli manca il quid artistico, che avrebbe potuto abbattere la barriera della convenzionalità pubblicitaria. Ma va bene anche così: si tratta in fondo di un sollazzevole prodotto che dona un leggero momento di piacevolezza, dato dal complessivo impatto narrativo e di messinscena, che descrive Casa Modena come una sorta di azienda fiabesca situata in un mondo fatato aliunde alla nostra grigia quotidianità.
Birbe Amadori
Agenzia pubblicitaria: Young & Rubicam Group.
Voto 3. Un papà e un figlio si abbracciano. Nulla di male, tutt’altro è assai normale. Semmai è poco plausibile che l’energia di quell’abbraccio possa diventare il motore propulsore della produzione delle “Birbe” di pollo Amadori. Ma lo speaker dello spot non ha dubbi sulla cosa, in quanto insiste che “ci siamo ispirati a voi per creare l’abbraccio perfetto fra la carne più tenera e la panatura più croccante”. Per alcuni questa tecnica si chiama storytelling, a mio avviso si tratta di una reificazione che trasforma un’emozione pura, indescrivibile e certamente non facilmente rendicontabile, in prodotto da consumare. Non me ne vogliano i creativi, ma l’intento promozionale mi pare malevolo. E pertanto la bassa votazione è più che legittima.
McDonald’s Double cheeseburger menù (2016)
Agenzia pubblicitaria: Leo Burnett.
Voto 5. E’ davvero mediocre questo spot informativo sul nuovo menù, con dominus il doppio cheeseburger, presente nei fast food McDonald’s. Non v’è nulla di interessante oltre alla promozione in sé che è davvero meritoria di buona considerazione. Peccato. Sostanzialmente, e spiacevolmente, si tratta solo di un grande abuso dell’ormai usurato mito della disco music, oltre che di un grande spreco del celeberrimo brano “Daddy Cool” di Boney M.
Burger King’s “King Nuggets” (2016)
Agenzia pubblicitaria: Plan.net.
Voto 2. E’ la riduzione televisiva dello spot web informativo sull’offerta dei King Nuggets che si segnala (negativamente) per il sottofondo rap, del gruppo Zero2, che ha subito l’infausta amputazione di tutte le rime, durante il passaggio dall’internet alla tv. Indubbiamente l’operazione non mi piace e pertanto non posso che bocciare il nefando adattamento.