(di Tiziano Rapanà) Non è un libercolo, come si usa scrivere per cavalcare un nome o un impresa o un anniversario o la celebrazione di un marchio o una biografia del genio ispiratore di scombinati influencers del web. Qui c’è la sostanza di un’impresa che si sta per fare in quel di Genova, l’anno venturo. Finalmente lo si può scrivere: Gianni Fantoni è un grande autore che manda a casa i tanti aspiranti scrittoricchi che gorgheggiano fesserie in attesa di vincere il tanto agognato premio. Eppure Fantoni è sempre stato presentato come un comico, cabarettista, informatico alla bisogna, invece è uno dei migliori scrittori che abbiamo in Italia. Operazione Fantozzi (Sagoma editore) è il libro dell’anno, perché è il racconto reale di un’odissea di un comico (Fantoni) che vuole portare a teatro il mito di Fantozzi. Problemi a non finire, incertezze e via discorrendo. Per fortuna, non si ride quasi mai. Si evita l’idea fetente di portare a casa il classico libro pieno di battute a effetto. Questo è un romanzo popolare, come non se ne fanno più da lustri. Fantoni racconta il suo rapporto con Paolo Villaggio: dagli inizi al dopo, quando Fantoni si ritrova a mettere in piedi lo spettacolo. Non è un’apologia del comico genovese, si racconta lungamente dei difetti e del carattere spigoloso. Non c’è la tronfia elegia di sé, Fantoni non si nega a raccontare problemi, fragilità e scivoloni della sua carriera. Non c’è spazio per la comicità da quattro soldi: quando si ride (e lo ribadisco: per fortuna quasi mai) è per via di un’intuizione umoristica e non battutara. Difetto veniale: gli incubi di Fantoni che si vede Fantozzi ed interagisce con i personaggi della saga celeberrima (la Pina, Calboni); sono superflui e si potevano evitare. Operazione Fantozzi è un grande libro da custodire nella vostra biblioteca. La copertina è figlia dell’ingegno dell’unicum creativo di Marco Lodola.