La manovra è arrivata in Parlamento: un motivo di soddisfazione e un rammarico per Matteo Salvini.
«Soddisfatto per l’aumento di stipendi e pensioni e per il record di fondi per la sanità. Abbiamo smentito i veleni di chi non credeva alle risorse per il Ponte sullo Stretto e su Quota 103 abbiamo trovato una buona mediazione. La situazione economica non è rosea ma entro la legislatura confidiamo di raggiungere tutti gli obiettivi. Rammarico? Avrei voluto una pace fiscale ancora più incisiva e la pace edilizia per azzerare milioni di problemi arretrati per piccole irregolarità».
Le pensioni sono rimaste a Quota 103. Lei è convinto dell’importanza di limitare il debito pubblico?
«L’attenzione ai conti non deve diventare la scusa per rovinare migliaia di famiglie. Quota 103 permette di andare in pensione a più di 50mila persone, è un passo in avanti rispetto alle ipotesi di Quota 104 e soprattutto della legge Fornero che oltre ad allungare i tempi per lasciare il lavoro aveva prodotto perfino il dramma degli esodati. Eppure la sinistra aveva votato la Fornero e i sindacati, Cgil in testa, non avevano scioperato: con che coraggio contestano Quota 103? Il nostro obiettivo di legislatura resta Quota 41. Aggiungo che per la prima volta, milioni di partite Iva non dovranno più pagare a novembre l’acconto sui guadagni dell’anno successivo».
Ministro, quale è stata la partita più complicata di questo primo anno di governo?
«È ovvio che le tensioni internazionali rappresentano un problema rilevante, basti pensare al fenomeno degli sbarchi con tutti i problemi che comportano, compreso l’arrivo di soggetti pericolosi. In generale, però, Giorgia ha confermato grande equilibrio e capacità. L’Italia è tornata protagonista».
L’abbassamento del canone non creerà dei problemi alla Rai proprio mentre al governo ci siete voi?
«La Rai è una grande azienda culturale, importante per il Paese, ma anche lì si possono tagliare i costi eccessivi, compresi certi stipendi rilevanti, valorizzando alcune realtà sul mercato. Un risparmio anche di solo 20 euro sulla bolletta per molti italiani è un segnale importante».
Tagliare il canone non è un’iniziativa acchiappavoti?
«Il nostro obiettivo è cancellarlo totalmente. Se la Rai fosse davvero acchiappavoti i vertici che hanno dominato l’azienda negli ultimi anni — portandola a sinistra — dovrebbero chiedersi come mai sono così impopolari».
Il centrodestra ha dato via libera all’elezione diretta del premier. Non è un problema avere un premier eletto dai cittadini e un capo dello Stato eletto dal Parlamento?
«No, si va nella direzione di rendere più efficienti e moderne le nostre istituzioni nel pieno rispetto della volontà popolare. E sono orgoglioso che questo governo, di cui la Lega è protagonista, possa realizzare un cambiamento atteso da troppi anni».
In un momento di grandi polarizzazioni, voi avete convocato una manifestazione a difesa dei valori dell’Occidente. È giusto che lo faccia un partito di governo?
«Non sarà una piazza contro qualcuno, come quelle della sinistra, ma per auspicare un percorso che porti alla pace, partendo dalla conclusione inevitabile: due popoli, due Stati. La condanna ad ogni tipo di terrorismo non può avere cedimenti. Ringrazio la comunità ebraica di Milano che ci invierà un messaggio ufficiale visto che, essendo sabato, non potrà partecipare».
Perché non avete convocato una manifestazione dopo l’invasione dell’Ucraina?
«Abbiamo espresso condanna per l’invasione russa, votando in Parlamento sempre in linea con gli alleati di governo tutti i provvedimenti a sostegno dell’Ucraina, ma qui siamo di fronte a qualcosa di diverso. Stiamo osservando in tutto il mondo la moltiplicazione di fenomeni di antisemitismo. Minimizzare o ignorare non è consentito».
Il Ponte sullo Stretto ha ottenuto i finanziamenti nella legge di bilancio. Non teme che qualcosa possa andare storto come è già successo negli ultimi decenni?
«Abbiamo il dovere di essere pragmatici e fiduciosi, in un anno abbiamo sbloccato e accelerato decine di cantieri fermi o in ritardo da anni. Il Ponte porterà almeno 30.000 posti di lavoro, è una maggior ricchezza per le famiglie da oltre 18 miliardi di euro come illustrato anche da uno studio di Openeconomics. Con una massiccia diminuzione di milioni di tonnellate di Co2. Aver fatto ripartire la macchina per il Ponte è una delle soddisfazioni più grandi di quest’anno, insieme ai due codici che ho voluto fortemente: quello per tagliare la burocrazia e velocizzare i lavori, e quello per la sicurezza stradale».
Nel centrodestra europeo che lei vuole costruire c’è posto per il presidente ungherese Orbán dopo la sua fotografia con il leader cinese Xi Jinping e Vladimir Putin?
«Le foto con i leader cinesi, o anche con Putin, le hanno in molti, compresi alcuni politici italiani considerati statisti di primo livello. Sulla Cina abbiamo una posizione chiara: i socialisti, grazie all’accordo col Ppe, hanno insistito per imporre solo i veicoli elettrici. Una follia che favorisce Pechino. Io sono pronto a un tour nelle capitali europee per costruire un centrodestra unito. Inizieremo a Firenze il 3 dicembre, quando chiameremo a raccolta tutte le forze alternative ai socialisti senza se e senza ma».
Il 17 novembre Moody’s darà il suo giudizio sul debito italiano. Quanto conta per un uomo di governo questo tipo di rating?
«Sono fiducioso che il governo sappia conquistare giudizi rassicuranti, anche grazie alla credibilità della Lega. Mi piace ricordare, però, anche un altro giudizio molto rilevante: quello degli italiani. Il centrodestra ha stravinto tutte le Regionali».
Marco Cremonesi, Corriere.it