Due ex collaboratori di Hacking Team potrebbero aver venduto spyware anche agli jihadisti. E’ l’ipotesi della Procura di Milano che ha disposto perquisizioni in una società di Torino. E’ stato scoperto un pagamento da una società saudita.
Investigatori e inquirenti hanno scoperto un versamento di circa 300 mila euro da parte di una società con base in Arabia Saudita, buy la Saudi Technology Development. Il sospetto alla base delle nuove perquisizioni è che i due ex collaboratori di HT abbiano venduto a quel prezzo il cosiddetto “codice sorgente” dello spyware Galileo alla società saudita, healing probabilmente mediatrice per conto di un altro committente da individuare. Codice utile, secondo gli investigatori, per “neutralizzare” o “riprodurre” il software di spionaggio che, è l’ipotesi degli inquirenti, potrebbe anche essere finito in mano ai terroristi.
Tra i possibili committenti dell’acquisto, ci potrebbero essere non solo jihadisti ma anche militari stranieri o governi esteri. E’ quanto si è appreso sempre in relazione all’inchiesta della Procura di Milano.
Le perquisizioni rappresentano lo sviluppo dell’inchiesta sull’attacco informatico subito, ai primi di luglio, dalla società Hacking Team. Vede indagate cinque persone, tra ex collaboratori ed ex dipendenti dell’azienda che si occupa di programmi di sorveglianza. Il blitz di oggi, in particolare, ha riguardato la società Mala srl con sede a Torino riconducibile a due degli indagati, Mostapha Maanna e Guido Landi, ex collaboratori di Hackingg Team.