L’estate della riviera romagnola, dal punto di vista degli arrivi e delle presenze turistiche, è stata la “migliore degli ultimi dieci anni”. E’ quanto sostiene uno studio divulgato dall’Osservatorio turistico regionale di Unioncamere Emilia-Romagna elaborati da Trademark Italia. Da Comacchio a Cattolica passando per Cervia, Cesenatico, Rimini e Riccione i numeri sono aumentati, non solo rispetto al 2021, ma anche in confronto al 2019, ultima stagione prima della pandemia: le 38,7 milioni di presenze nelle località turistiche della costa da maggio a settembre 2022 sono superiori sia ai 34,8 milioni di dodici mesi fa che ai 38,3 milioni che nel 2019 avevano fatto registrare quella che era stata, numeri alla mano, la stagione turistica più positiva dal 2010 in poi. “Merito di un pubblico italiano – viene evidenziato nel report – la cui crescita non si arresta anche con il ritorno alla possibilità di viaggiare in Europa e nel mondo e di una clientela straniera che non registra cali significativi nonostante il conflitto in Ucraina abbia precluso la vacanza in Emilia-Romagna a un target storicamente significativo come il pubblico russo”. “La stagione è stata senza dubbio positiva, la nostra Riviera ha richiamato tanti turisti dall’Italia e dell’estero- afferma l’assessore regionale al Turismo dell’Emilia-Romagna Andrea Corsini- questa estate è stato un banco di prova importante per quella che è una delle principali filiere economiche dell’Emilia-Romagna, una industria che contribuisce a più del 13% del Pil regionale. Dopo il 2020 e 2021, due ‘anni zero’ a causa della pandemia difficilmente giudicabili, questo 2022 ha segnato a tutti gli effetti il ritorno alla normalità”. Secondo Corsini “ha pagato anche la nostra politica sui grandi eventi che ci ha permesso di estendere la stagione e registrare le crescite più importanti a maggio e giugno, con risultati positivi su settembre in particolare in raffronto a prima della pandemia – ragiona l’assessore – in questo modo siamo riusciti anche a recuperare una leggera contrazione in agosto, il mese che storicamente incideva per oltre la metà delle presenze”. “Se i numeri non mentono, dobbiamo però anche essere attenti e onesti ad analizzarli e interpretarli – avverte Corsini – a una crescita quantitativa delle presenze non corrisponderà necessariamente un aumento degli introiti per gli operatori, che vedono i loro margini e quindi i loro guadagni erosi da un aumento spropositato dei costi dell’energia”.