La ripresa dalla pandemia vede l’Emilia-Romagna nelle posizioni di vertice (+6,9 per cento) per il 2021. La crescita attesa nel 2022 è più contenuta (+4,1 per cento), ma riporterà la dimensione dell’economia al livello del 2019. Gli investimenti traineranno la ripresa, sostenuta anche dall’export: costruzioni e servizi guidano la risalita. E’ quanto emerge dall’edizione di gennaio degli Scenari per le economie locali di Prometeia, analizzati dall’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna.
La crisi ha ridotto le forze di lavoro e l’occupazione. Nel 2021 e 2022 le forze lavoro cresceranno più velocemente degli occupati, determinando un leggero aumento del tasso di disoccupazione. Nell’analisi, viene stimata leggermente più profonda la recessione del 2020, ma valutata più sostenuta la ripresa registrata nel 2021, destinata a rallentare nel 2022.
Dopo la caduta del prodotto interno lordo del 9,3 per cento nel 2020, la ripresa stimata per il 2021 dovrebbe avere raggiunto il 6,9 per cento, un evidente “rimbalzo” con un ritmo di crescita senza precedenti.
La prospettiva per il 2022 è di una ripresa del Pil più ridotta (+4,1 per cento), per quanto notevole, sostenuta dal progressivo contenimento della pandemia che però porterà l’attività oltre il livello del 2019. Resta di fondo la questione di una crescita sostanzialmente ferma da 20 anni, tanto che il Pil regionale in termini reali nel 2022 dovrebbe risultare superiore solo dell’1,1 per cento rispetto al livello massimo toccato nel 2007 e dell’11,6 per cento in confronto a quello del 2000. L’andamento in Emilia-Romagna mostra un profilo analogo a quello nazionale, ma con una maggiore capacità di ripresa. La crescita regionale sarà trainata dal ciclo positivo degli investimenti fissi lordi che nel 2021 dovrebbero avere registrato un vero “boom” (+18,6 per cento), grazie alla ripresa dell’attività produttiva e ai massicci interventi pubblici, tale da portarne il livello ben al disopra rispetto al 2019 (+7,6 per cento). Il trend proseguirà anche nel 2022 (+8,8 per cento).
La ripresa del commercio mondiale nel 2021 dovrebbe inoltre condurre a un pieno recupero dell’export regionale (+12,5 per cento). Le vendite all’estero offriranno un notevole sostegno, nonostante un rallentamento (+6,9 per cento); anche nel 2022, al termine del quale il valore reale delle esportazioni regionali dovrebbe essere superiore del 10,9 per cento rispetto al 2019.
Numeri che sottolineano l’importanza e l’imprescindibilità dei mercati esteri per l’attività e i redditi regionali.
Nel 2021 sono state le costruzioni a mettere a segno la più rapida crescita del valore aggiunto che è stata quasi doppia (+20,0 per cento), rispetto a quella realizzata dall’industria, che, a sua volta, dovrebbe avere aumentato il suo valore aggiunto due volte più di quanto sperimentato dal complesso dei servizi (+4,9 per cento), uscito dalla recessione con maggiore difficoltà. Nel 2022 la ripresa permetterà a tutti i settori di superare i livelli di attività del 2019. A guidare il trend ancora le costruzioni (7,7 per cento) che continueranno a trarre vantaggio dalle misure a favore della ristrutturazione edilizia e dai piani di investimento pubblico, e i servizi (+4,7 per cento), mentre l’industria subirà un deciso rallentamento.