Questa è la storia di Alberto, un signore di 82 anni a cui la vita gli ha tolto perfino la carta d’identità.
La morte della figlia, a soli 31 anni, per Aids è stata la causa del suo declino psicologico, impattando sul resto della sua vita «E da allora la mia vita è precipitata, si è proprio capovolta» commenta il signore «Non avevo più voglia di fare niente».
Così la vita del signor Alberto cambia radicalmente. Da Roma si traferisce a Firenze, dove trova accoglienza in una struttura per emarginati dell’Opera Pia a Impruneta. A seguito della chiusa della struttura, arriva a Sesto Fiorentino, in provincia di Firenze, in casa di un amico, poi muore anche lui, e si ritrova per strada. Ad oggi vive in una struttura Caritas, sempre Sesto Fiorentino, la cui accoglienza è limitata soltanto per le ore notturne «Resto fuori tutto il giorno, dalla mattina presto fino alle 19. Il pranzo lo salto sempre».
Il signor Alberto anni prima viveva a Roma, quartiere Parioli, in un locale da 300 metri quadri, ad oggi vaga per il paese alla ricerca di una buon anima, entra in un bar, ma non avendo soldi per consumatore è costretto ad uscire.
E pensare che una volta era ricco, «Avevo una camiceria ai Parioli, vestivo personaggi illustri, vivevo in una casa di 300 metri quadri, guadagnavo tanto, ho avuto tre Ferrari, una bianca, una nera e una marrone». Oggi invece gli è rimasta soltanto una Punto rossa, parcheggiata nel parcheggio della Caritas. «A volte mi metto dentro per sentire meno freddo, ma tengo il motore spento perché sennò consumo benzina e quindi fa freddo lo stesso».
«Conoscevo mezza Roma, ero amico di tutti». Racconta di essere amico del fratello di Raffaella Carrà, di essere stato più volte a casa sua. Quando è morta, si è messo a piangere. Un passato con punti oscuri, quello di Alberto, varie crisi: «Con la prima moglie non sono stato un bravo marito, l’ho tradita con un’altra ragazza, sono scappato con lei in Brasile lasciando mia moglie e mia figlia».
A seguito degli anni lavorartivi accumulati, Alberto potrebbe usufruire di una pensione di 650 euro al mese, ma da cinque mesi non la percepisce più: «Per ritirare la pensione serve la carta d’identità, che però ho perso e non posso rinnovarla non avendo una residenza». L’iscrizione all’anagrafe dei residenti nel Comune di Firenze consente alle persone senza fissa dimora di richiedere la carta di identità, di accedere all’assistenza sanitaria e di ottenere tutti i documenti e i benefici per i quali la residenza anagrafica è condizione necessaria. Ma per poter ottenere la residenza in questa condizione, le persone devono dimostrare di essere presenti sul territorio in modo stabile, meglio se con la certificazione di un ente del privato sociale che lo certifica.