Il 43% delle persone che presentano la dichiarazione dei redditi in Italia guadagnano meno di 15mila euro all’anno e pagano, in totale, solo un 2,3% di tutto il gettito Irpef, ovvero circa 4 miliardi di euro. Considerando anche i soggetti a carico, diventano 26,13 milioni di abitanti che “solo per il servizio sanitario di cui beneficiano gratuitamente, costano ad altri cittadini ‘volonterosi’ ben 50,4 miliardi di euro”.
Queste le parole del presidente di Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla, a corredo dell’ultimo Osservatorio basato sulle dichiarazioni dei redditi del 2020 e relative al 2019. Quindi, le dichiarazioni dei redditi degli italiani rappresenterebbero un Paese pieno di “poveri”, sulla cui reale esistenza Itinerari Previdenziali nutre alcuni dubbi. In Italia ci sarebbero 14,48 milioni di italiani che “in base alle loro ‘dichiarazioni’, vivrebbero per un intero anno con una media di 3.750 euro lordi (media aritmetica tra zero e 7.500), pari a 312 euro al mese”.
Brambilla cita alcuni indicatori del benessere reale dei cittadini: la diffusione delle automobili, gli smartphone pro capite. “Quelli che dichiarano guadagni annuali dai 35.000 euro in su sono solo il 13,22%, cioè 5,5 milioni, meno del 10% della popolazione, ma pagano il 58,86% di tutta l’Irpef e non godono di alcuna agevolazione, bonus, sconti” eccetto “i bonus edilizi, la previdenza complementare e poco altro”, ha detto Brambilla.
“Sommando anche i redditi da 29.000 a 35mila euro risulta che il 71,5% di tutta l’Irpef è a carico del solo 21%”. Brambilla vuole scoraggiare nuove mosse punitive su chi, già oggi regge sulle sue spalle il fisco italiano: “C’è molta gente in Parlamento che vorrebbe aumentare le tasse a questo 21% di ‘maledetti’ ricchi, o applicare una patrimoniale, magari anche sugli immobili con la revisione del catasto”.