La pandemia da Covid ha frenato le dinamiche dell’occupazione e dei prestiti alle famiglie in Lombardia. A evidenziarlo è uno studio della Banca d’Italia sull’economia regionale, secondo cui “le condizioni del mercato del lavoro sono progressivamente peggiorate ed è diminuita la partecipazione”. L’occupazione si è ridotta soprattutto nel secondo trimestre tra i lavoratori autonomi e tra i dipendenti con contratti diversi dal tempo indeterminato: “nel semestre la riduzione è stata dell’1,3 per cento sul dato corrispondente, lievemente inferiore a quella italiana”, illustra lo studio. Nella prima parte dell’anno è fortemente aumentata anche la platea dei beneficiari di interventi di contrasto alla povertà e di tutela nei confronti dei lavoratori non coperti dagli ammortizzatori sociali tradizionali.
“I prestiti alle famiglie hanno rallentato a partire dal mese di marzo del 2020, risentendo dei minori consumi durante il periodo di confinamento, del calo delle compravendite immobiliari e del clima di incertezza. Una lieve decelerazione è stata registrata anche nei depositi detenuti presso il sistema bancario. Il valore dei portafogli finanziari delle famiglie si è invece ridotto, riflettendo il generalizzato calo dei corsi azionari ed obbligazionari seguito allo scoppio della crisi pandemica”, sottolinea ancora Bankitalia. Con il Covid i lombardi hanno anche comprato meno abitazioni: dopo cinque anni di ripresa, nei primi 9 mesi dell’anno sono stati erogati mutui per 7,1 miliardi (quasi il 6% in meno rispetto al 2019) a cui si sono aggiunti 1,7 miliardi di surroghe e sostituzioni.