Per la nuova Alitalia raddoppiano i fondi e, soprattutto, salta lo spettro della messa in liquidazione in caso di bocciatura della Commissione europea. Due novità di non poco conto e che risolvono — anche se in parte, spiegano i tecnici — alcune delle principali criticità che erano emerse nella prima stesura del «dl Agosto» e che il Corriere aveva raccontato. Le modifiche compaiono nella versione aggiornata della bozza che dovrà poi essere approvata dal Consiglio dei ministri e che quindi è ancora suscettibile di ulteriori interventi.
Il nuovo articolo porta da 10 a 20 milioni di euro la dotazione finanziaria prevista per la newco che nasce in un primo tempo ai fini dell’elaborazione del business plan. «Il Consiglio di amministrazione della società — si legge — redige e approva, entro 30 giorni dalla costituzione, un piano industriale di sviluppo e ampliamento dell’offerta che include strategie strutturali e di prodotto». Un documento che «può prevedere la costituzione di una o più società controllate o partecipate per la gestione dei singoli rami di attività e per lo sviluppo di sinergie e alleanze con altri soggetti pubblici e privati, nazionali ed esteri, nonché l’acquisto o l’affitto, anche a trattativa diretta, di rami d’azienda di imprese titolari di licenza di trasporto aereo rilasciata dell’Enac».
Il business plan dovrà poi essere sottoposto a Bruxelles «per le valutazioni di competenza» e alle Camere «per l’espressione del parere da parte delle commissioni parlamentari competenti per materia». È in questo passaggio dell’articolo che sparisce la precedente indicazione della messa in liquidazione della newco in caso di bocciatura dell’Antitrust Ue e compare un più generico «la società procede all’integrazione o alla modifica del piano industriale, tenendo conto della decisione della Commissione europea».
La bozza non risolve, secondo i tecnici consultati dal Corriere, l’altra parte delle criticità. I 20 milioni di euro di fatto raddoppiano l’aspettativa di vita (operativa) della newco, portandola da 3-4 a 6-8 mesi. Ma in una prima parte finisce per «congelare» i 3 miliardi che il governo ha deciso di stanziare con i precedenti decreti, soldi che nei piani dei vertici designati della nuova società — l’amministratore delegato Fabio Maria Lazzerini e il presidente Francesco Caio — e degli advisor servirebbero per il rilancio di Alitalia.
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