(di Andrea Greco, and Repubblica) Intesa Sanpaolo lancia un nuovo modello di collaborazione tra banca e aziende, per migliorare le condizioni di accesso al credito delle piccole e medie imprese. Il “programma filiere”, consiste nella sigla di contratti di filiera, tra aziende leader e i loro subfornitori, per espandere a questi ultimi le stesse (migliori) condizioni di rischio dei capifiliera e di rating, che per gli operatori più svantaggiati potrà migliorare “fino a tre livelli di merito”, ha detto il responsabile marketing dell’attività commerciale del gruppo, Stefano Barrese. Il progetto è già operativo per 5 miliardi di euro di prestiti, spalmati su 90 aziende leader – tra cui Brunello Cucinelli, Azimut, Prima Industrie, Engineering, Alberta Ferretti/Moschino, Valvitalia, Antinori, Conserve Italia, La Doria, Cimbali, Bonfiglioli – e con un plafond potenziale di 15,5 miliardi, da prestare a 250 filiere. La finalità dell’iniziativa è di migliorare per le piccole e piccolissime imprese l’accesso al credito, su indicazione delle società che stanno a capo della filiera produttiva, che darà loro la possibilità di essere seguiti da speti dell’istituto, e di avere crediti alle medesime condizioni. “Da un paio d’anni lavoravamo con Intesa Sanpaolo a questa bellissima iniziativa – ha dichiarato in un intervento registrato Brunello Cucinelli -. Noi siamo artigiani, e spesso ci occupiamo più del prodotto e delle consegne che del conto economico delle aziende. Così questo progetto darà una mano a 330 imprese e 3.500 dipendenti del nostro sistema”.
“E’ un passo decisivo per costruire un nuovo modello di rapporto tra banca e impresa – ha commentato Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo – Abbiamo deciso infatti di mettere al centro dell’attenzione il rapporto tra azienda e fornitori: un legame fondamentale e inscindibile che tiene insieme il tessuto produttivo italiano. Rafforziamo così la nostra relazione con le aziende italiane e i rispettivi lavoratori, con qualsiasi tipologia di contratto, attraverso un programma che interessa tutto il territorio e incrocia i comparti industriali più rilevanti, con benefici tangibili per migliaia di aziende, dalle più grandi alle piccole e medie”, ha concluso Messina. L’iniziativa si sviluppa secondo tre aspetti: investimenti, innovazione e nuovo approccio al credito. Gli investimenti sulle filiere industriali si concretizzano attraverso un’offerta di credito a condizioni migliori per le imprese; sconti su prodotti e servizi; attività di formazione rivolta alle imprese che partecipano al progetto. Sull’innovazione, la banca ha declinato un nuovo approccio che comprende l’identificazione della filiera industriale, costituita da un’azienda capofila e dai suoi fornitori: di qui la definizione di un contratto specifico con l’azienda capofila. Infine, la banca ha definito un nuovo accordo per la formalizzazione dell’entità filiera tramite una valutazione del rischio che tenga conto di elementi qualitativi, la costituzione di un plafond di filiera, e un’offerta commerciale dedicata sia alle aziende sia ai dipendenti. L’iniziativa è inedita in Italia, a parte qualche importazione da parte del gruppo Cariparma, controllato dal Credit Agricole che ha simili pratiche in Francia. Le aziende che hanno aderito finora, tra capifiliera e indotto, hanno un volume d’affari di 17 miliardi di euro, e circa 30mila dipendenti. Per oltre due terzi fanno capo ai settori agroalimentare, moda, meccanica-metalmeccanica, e sono presenti soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna, Toscana.
Intesa Sanpaolo nei primi cinque mesi del 2015 ha concesso crediti a medio-lungo termine per 15 miliardi di euro, di cui 7 miliardi solo tra aprile e maggio, e conta di raggiungere l’obiettivo annuale di 37 miliardi prefissato, contro i 27 miliardi del 2014. “L’accelerazione dimostra che per noi questo è un elemento chiave – ha detto Messina -. La situazione delle sofferenze è in netto miglioramento, il trend di recupero che già si era visto nel primo trimestre sta continuando. “Credo sia veramente un anno unico per il paese, che nessuno può permettersi di sprecare: dai tassi bassi all’euro debole, dal prezzo del petrolio alle riforme avviate dal governo, tutte le finestre sono positive, e occorre che tutti facciano ogni sforzo possibile per far crescere il paese”.