(di Tiziano Rapanà) Amazon Prime video continua a stupirmi. Ultimamente si trovano delle leccornìe di grande livello. Film e fiction d’autore capaci di soddisfare anche il cinefilo più esigente. Il 20 aprile sarà la volta di Registe, opera prima e non unica di Diana Dell’Erba. È un’attrice di grande talento che si è cimentata egregiamente nell’esercizio di regia. Spero non sia l’unica volta. Il film merita. È un documentario sul mestiere di cineasta visto dalle donne. Il film è narrato come un uditorio a più suoni inframmezzato da declamazioni sceniche. Nel film troverete testimonianze di registe affermate che hanno raccontato la fatica di emergere: tra le tante, mi piace citare Francesca Archibugi e Lina Wertmüller. Diana Dell’Erba è un’artista raffinata, un’intellettuale di alto lignaggio che vi conquisterà per l’acutezza delle sue riflessioni.
Quali sono state le dissertazioni che hanno portato alla genitura della sua opera?
Due grandi argomenti sono alla base di Registe: il miglioramento di sé e la questione femminile.
Spieghi.
Penso che ogni essere umano debba lottare per comprendere sé stesso e il mondo che lo circonda, migliorarsi per avvicinarsi il più possibile a ciò che davvero è. Questo è ciò a cui tengo sul piano “straordinario”.
E sul piano “ordinario”?
Sul piano “ordinario” invece la vita mi ha posto davanti alla questione femminile e, avendo assistito ad alcune oppressioni fatte da uomini nei confronti di donne, ho deciso di dedicare una ricerca al mondo femminile.
Pensa davvero che le donne, nel cinema, siano discriminate?
La maggior parte delle lavoratrici del cinema che ho intervistato sostengono di sì: pensano ci sia una sostanziale discriminazione.
E lei cosa pensa?
I dati per ora confermano un enorme disequilibrio. Ed oggi per fortuna alle, tantissime ricerche di Women’s Studies, si stanno affiancando studi ufficiali.
La sua carriera, da regista, è stata, in qualche modo, ostacolata o ostracizzata?
Non posso dire di avere una carriera da regista. Io ho studiato altro e mi sono trovata nella condizione di poter realizzare un film/documentario grazie ad un team di persone: L’Altrofilm. Con la lungimiranza e l’indipendenza che la contraddistingue, mi ha permesso di lavorare in un modo professionale, artigianale e libero, e di soddisfare questa piccola grande urgenza.