(Il Secolo XIX) Nel 2014, diagnosis l’industria elettronica – una delle più grandi e in più rapida crescita al mondo – ha generato circa 41,8 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici (e-waste) provenienti da beni di consumo quali computer e smartphone, medicine ma solo una piccola parte – tra il 10 e il 40% secondo le stime – è riciclato e gestito in modo corretto, afferma un rapporto pubblicato a Ginevra dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep).
Le previsioni dicono che la montagna di e-waste potrebbe raggiungere le 50 milioni di tonnellate già entro il 2018. «Stiamo assistendo all’arrivo di una quantità senza precedenti di rifiuti elettronici che alimenta una buona parte della montagna di rifiuti non riciclati e pone una crescente minaccia alla salute umana e all’ambiente, prostate a causa di componenti pericolosi in esso contenuti», ha detto il direttore esecutivo dell’Unep Achim Steiner.
Il rapporto – lanciato in occasione della Conferenza delle Parti delle tre convenzioni principali affrontare la questione dei rifiuti globale, (Convenzioni di Basilea, Rotterdam e Stoccolma) – ricorda che l’Interpol stima il prezzo di una tonnellata di rifiuti elettronici a circa 500 dollari. Per l’Unep, una gestione corretta dei rifiuti è vincente tramite il riciclaggio dei preziosi e rari materiali contenuti e la riduzione dei rischi per la salute.