Dopo la significativa riduzione del numero di richiedenti asilo rilevata nel 2018, Fondazione Ismu segnala che nel 2019 si è registrata un’ulteriore contrazione delle domande di protezione. Nel 2019 sono stati infatti 39 mila i migranti che hanno fatto domanda di asilo, il 27% in meno rispetto al 2018, anno in cui le domande pervenute erano state 54 mila. Andando indietro nel tempo, il trend delle richieste di asilo ha registrato in Italia – così come in altri paesi UE – un significativo aumento negli anni della “crisi dei rifugiati”, quando si verificarono consistenti arrivi via mare di persone in fuga dalle guerre in Medio Oriente e in Africa. Il primo consistente picco di richieste si registrò nel 2014, quando 63mila migranti presentarono domanda di protezione in Italia (contro i circa 26mila del 2013). Nel 2015 i richiedenti arrivarono a 84mila. Il 2016 fu poi l’anno del raddoppio: le domande presentate furono 124mila. Ma il record si è toccato nel 2017, con oltre 130mila richiedenti asilo: il numero più alto registrato nel nostro paese in venti anni. A fronte di una riduzione del numero assoluto di richiedenti asilo rispetto a quattro anni fa, si registrano alcuni cambiamenti nelle caratteristiche demografiche. Primo fra tutti l’aumento della proporzione di donne tra i richiedenti asilo: mentre nel 2016 costituivano il 15%, nel 2019 rappresentano quasi un quarto del totale (23,8%). Passando all’età, si nota che chi cerca protezione nel nostro paese è per la maggior parte giovane: ma se i 18-34enni costituivano l’80% nel 2016, nel 2019 rappresentano il 71%, e sta crescendo la quota dei 35-64enni, che nel 2019 rappresentano il 27% del totale (erano il 10% nel 2016). Diminuiscono inoltre i richiedenti provenienti dall’Africa: se infatti nel 2016 e nel 2017 i richiedenti asilo di nazionalità africane erano largamente maggioritari – costituivano il 70% del totale, in numero assoluto rispettivamente 88 mila e 92 mila -, nel 2018 e ancor più nel 2019 la componente africana tra i richiedenti asilo è drasticamente diminuita, scendendo rispettivamente a 25 mila e 12 mila persone (-86% in tre anni). In particolare la Nigeria, che dal 2014 al 2017 è stato il principale Paese di nazionalità dei richiedenti asilo, ha registrato un fortissimo calo, passando da 27mila richieste nel 2016 a 2.950 nel 2019 (-90%). In termini relativi nel 2019 la componente africana è dunque scesa a un terzo del totale, mentre sono stati in particolare i cittadini di Paesi dell’Asia a registrare l’incidenza più significativa: il 41% del totale, pari a oltre 16 mila richiedenti asilo con nazionalità asiatica. Il 2019 registra inoltre un’importante crescita delle provenienze dal continente Americano: oltre 6.700 richiedenti asilo – il 17% del totale – proviene da Paesi del Centro e del Sud America. Da tale continente le richieste di asilo sono quadruplicate in tre anni. È aumentato inoltre il numero di domande di protezione che ha avuto esito negativo: nel 2019 esse rappresentano il 65% (contro il 58,6% del 2018), quindi più di due terzi delle persone che hanno chiesto asilo nel nostro Paese l’anno scorso non ha ottenuto nessuna forma di protezione (pari a 62 mila persone). Relativamente alle nazionalità, nel 2019, gli esiti negativi alle domande di asilo presentate riguardano soprattutto cittadini provenienti da: Gambia (81% di dinieghi), Bangladesh (79%), Senegal (78%) e Ucraina (74%). Tra i paesi con il più alto tasso di riconoscimento di una forma di protezione – e quindi con la più bassa percentuale di dinieghi – vi sono il Venezuela (solo il 2,5% di domande respinte), l’Iraq (16%) e El Salvador (40%).