Convincere gli chef stellati a proporre ai clienti una carta della birra accanto a quella dei vini: è uno degli obiettivi di Beer&Food Attraction, la rassegna fieristica dedicata alla birra e al cibo (a Rimini da domani al 18 febbraio). Scenderà in campo addirittura la Federazione italiana cuochi, che radunerà a Rimini nei quattro giorni 1.500 chef che si cimenteranno nel Campionato della cucina italiana e proveranno ad abbinare la birra ai loro ricercati piatti.
Quasi un gemellaggio con Unionbirrai, che realizzerà in questa occasione il concorso brassicolo più importante (Birra dell’anno). Un centinaio di Beer Tasters (sommelier della birra, ovvero degustatori con tanto di patentino) giudicheranno 2.145 birre e premieranno quelle che riterranno migliori. Dice Vittorio Ferraris, direttore di Unionbirrai: «Finalmente i produttori italiani si stanno trasformando in «imprenditori veri», uscendo dalla fase puramente passionale e creando aziende sempre più solide e strutturate con una definizione molto attenta del brand, della linea di prodotto e delle strategie commerciali. Nessuna concorrenza col vino, pensiamo che a seconda delle circostanze si possa scegliere la bevanda più appropriata, l’importante è che sia di qualità. Si tratta di un’opportunità che gli chef stanno cogliendo».
A Rimini sarà anche assegnato il premio Le donne della birra, da parte dell’omonima associazione. «Il concorso», spiega Elisabetta Fois, birrificio a Carbonia, nel Sulcis, «è dedicato alla professionalità delle birraie in un contesto generalmente maschile».
La filiera italiana della birra ha realizzato nel 2018 un fatturato di 9,1 miliardi di euro con un incremento del 17% nell’ultimo triennio. La produzione nazionale è aumentata del 4,7% superando per la prima volta la quota dei 16 milioni di ettolitri. Sempre nel 2018 l’export è cresciuto del 6,6% (pari a 3,045 milioni di ettolitri). Ma un terzo del nostro consumo (6,9 milioni) proviene dall’estero, soprattutto dal Belgio (2 milioni ) che ha superato la Germania (1,9 milioni). A spingere la produzione nazionale sono i birrifici artigianali. Ne sono stati censiti 768 a cui si aggiungono 240 brew pub, cioè locali che producono la birra in loco. Hanno superato il 3% di quota mercato. La regione in cui sono presenti più strutture è la Lombardia (167) seguita da Piemonte (86), Veneto (74) e Toscana (63).
Tra i birrifici più trendy, quello non a caso ubicato a Franciacorta, accanto ai rinomati vigneti, gestito da di Claudio Gritti, che in occasione di San Valentino ha dedicato una nuova birra alla moglie e le ha messo nome Camilla: «Si tratta», dice, «di una birra decisa e seducente (6% vol.), dall’aroma floreale che prima inebria il naso e poi avvolge la bocca, si abbina a piatti di verdure, carne alla griglia e piatti speziati».
Infine una parte dei padiglioni riminesi è dedicata al piatto forte della birra, la pizza. Sarà diffuso un dossier sull’andamento del settore: ogni italiano mangia 8 chilogrammi l’anno di pizza, con un impiego di 350 mila tonnellate di farina di frumento tenero. Secondo la Doxa la pizza preferita è la margherita (57%) seguita dalla Napoli (17%), Quattro Stagioni (8%), Diavola (7%) e Boscaiola (6%). Al lavoro vi sono 110 mila pizzaioli che diventano 200 mila nel weekend.
Carlo Valentini, ItaliaOggi