Premessa: la previsione non viene da uno spettatore neutrale, visto che l’interessato ha appena fatto causa al Pentagono per non avergli concesso una commessa da 10 miliardi di dollari. In ogni caso, per Jeff Bezos, patron di Amazon (e del colosso del cloud Aws, in gara per la commessa di cui sopra, poi finita a Microsoft), gli Stati Uniti rischiano di perdere la superiorità tecnologica che è stata una delle chiavi della sicurezza nazionale. Lo ha detto, come riporta Richard Waters sul Financial Times, al Reagan National Defense Forum, dove ogni anno si ritrovano esponenti militari e fornitori della Difesa. Il candidato a strappare agli Usa la leadership economica globale è, non c’è bisogno di dirlo, la Cina. Bezos ha citato, come esempio, un campo del quale è piuttosto esperto, grazie alla sua Blue Origin: lo spazio. «Abbiamo avuto un vantaggio nello spazio. E sono molto preoccupato che ciò stia rapidamente cambiando. Se avete di fronte avversari che sono bravi a innovare, dovete farlo ancora di più». Bezos non si è fatto scappare l’occasione per lanciare una bordata contro un altro rivale, Google, che dopo le proteste di vari dipendenti interni, ha detto no ad alcune forniture di tecnologia alla Difesa. «La mia idea è che se Big Tech ha intenzione di voltare le spalle alla difesa nazionale, questa nazione è nei guai. Capisco che la gente sia emotiva. Ma c’è verità nel mondo. Noi siamo i buoni». Quanto il patriottismo di Bezos sia spontaneo e quanto interessato, può essere materia di dibattito. Ma che lo sia anche la futura (e finora indiscussa) supremazia tecnologica americana, fa riflettere.
Luca Angelini, Corriere.it