Sì alla cessione dell’ecobonus ai genitori che prestano al figlio, che non paga Irpef, i soldi per effettuare interventi di risparmio energetico. Basta che i soldi siano versati sul conto dal quale il figlio emetterà i bonifici per la ditta che effettua i lavori. Grazie a questo meccanismo, approvato dall’Agenzia delle entrate, si potrò effettuare la cessione del bonus. La novità nella risposta 298 del 22 luglio scorso con la quale l’Agenzia dà il via libera a queste operazioni.
Familiari sì, familiari no
La possibilità di cedere l’ecobonus, ossia di passare ad altri la detrazione d’imposta alla quale si avrebbe diritto, è stata riconosciuta a tutti i contribuenti a partire dal 2017. Il credito può essere ceduto ai fornitori in pagamento dei lavori, oppure ad altri soggetti privati. Per i soli contribuenti nella no tax area (redditi da lavoro fino a 8.000 euro l’anno, da pensione fino a 7.500 e da lavoro autonomo fino a 4.800) c’è anche la possibilità di cedere il credito alle banche. Inizialmente tra gli altri “soggetti privati” sembrava che potesse rientrare chiunque, ma poi con la circolare 11/2018 l’Agenzia aveva precisato che per “altri soggetti privati” vanno intesi solo i soggetti “collegati al rapporto che ha dato origine alla detrazione”. Tra questi gli altri condomini in caso di lavori sulle parti comuni, ma, fino ad oggi, non i familiari.
Prestito tracciabile
Ora però si apre una nuova prospettiva. Secondo quanto indicato nella risposta data ad un contribuente che si trova appunto nella situazione di non dover pagare Irpef e non poter, quindi, usufruire della detrazione, se i genitori pagano i lavori non direttamente ma facendo un bonifico al figlio sul conto dal quale il figlio pagherà poi i fornitori, potranno avere il bonus. Secondo l’Agenzia, infatti, grazie a questo passaggio di denaro i genitori in quanto finanziatori possono essere considerati come “soggetti collegati” ai lavori ed è perciò possibile la cessione del credito.
La comunicazione alle Entrate
Per rendere operativo il passaggio del bonus occorre inviare all’Agenzia delle entrate, entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello di pagamento dei lavori, l’apposito modello con il quale comunica di aver ceduto il credito e i dati dei soggetti che subentrano nella detrazione. Chi ha accettato il credito potrà “spendere” l’importo solo in compensazione, ossia per pagare altre imposte, presentando il modello F24 tramite i servizi online dell’Agenzia.
Soluzione valida per tutti
Fin qui la risoluzione delle Entrate, che tratta il caso di un contribuente totalmente incapiente. Il meccanismo prospettato in realtà sembrerebbe applicabile a tutti i contribuenti e potrebbe aprire nuove possibilità a chi è intenzionato a fare i lavori ma sa non non poter usufruire del bonus. Per sapere, però, se questa soluzione potrà essere utilizzata in maniera allargata o se è effettivamente legata solo ad un caso specifico occorre attendere una indicazione formale dell’Agenzia.
Antonella Donati, Repubblica.it