Caro Giorgio Dell’Arti, sapresti dirmi che cosa significa esattamente la parola Design? Lo ha chiesto venerdì l’architetto Mario Bellini alla presentazione stampa del Museo del Design Italiano alla Triennale, una delle rare, attese iniziative di questo superaffollato periodo. Torniamo al design, non è disegno, non è progetto, né oggetto, ma qualcosa di indefinibile che tocca un po’ tutti e molto del nostro vivere quotidiano. In pratica, non c’è risposta. Quanto al Museo è lacosa più bella e meno effimera di questa incredibile sbornia di eventi, mostre, inaugurazioni di questi giorni a Milano, fra Miart e Milano Design Week cioè Salone e Fuorisalone del Mobile. Intanto è uno spazio semplice, quello della curva al pianoterra. Scritte sul muro con date di storia e società, poi un paesaggio colorato, funzionale, utile e allegro di 250 oggetti fra i 1.600 della collezione della Triennale. Sono distribuiti senza orpelli o cornici, sopra pedane bianche e con a fianco un telefono Grillo (1965 di Zanuso-Sapper) che permette, usandolo come facevamo un tempo (ma il disco per comporre il numero nessuno sa più come farlo) di parlare con alcuni designerregistrati. È stato il direttore Joseph Grima a scegliere di rendere così più vivi i pezzi che in questa prima fase vanno dal 1946 al 1981, cioè dalla ricostruzione, come dire da Gio’ Ponti e la sedia Superleggera a Ettore Sottsass con Memphis, quando il design cambia pelle. In mezzo lampade dei Castiglioni, macchine da scrivere di Bellini e di Sottsass, sedie e lumi di Magistretti, Stoppino, non mancano Munari, Zanuso, Gae Aulenti su fino a Mendini, Archizoom e tanto altro. Oggetti che raccontano come l’ingegno italiano si sia spesso alleato alla tecnologia non solo nei materiali o per nuove esigenze, per offrire sedie, divani, tavoli, armadi, cucine, lavatrici, macchine da cucire, pennarelli, moonboots, e altro, ma anche calcolatrici, computer, telefoni, insomma talvolta con la Olivetti e la Brion Vega l’Italia ha anticipato di vari decenni la Apple e i suoi devices. Poi magari ci siamo un po’ persi per
strada. Ma non si tratta solo di archeologia, lo aspetta il futuro
anche per lo spazio: a maggio verrà annunciato il bando di gara
internazionale per 6000 mq da aggiungere al museo con parte del parco, i fondi di ben 10 milioni arrivano dal Mibac, seguiranno acquisti, donazioni di archivi, ricerca . Ci voleva il presidente Stefano Boeri, l’architetto del Bosco Verticale, a volerlo con accanimento dopo 40 anni che lo si invocava. Oggi l’inaugurazione ufficiale col premier Conte e il ministro Bonisoli, domani l’apertura al pubblico. Allora buon giorno al neonato Museo con l’augurio di non aver mai paura del domani
Affezionata
MA CHE COS’È IL DESIGN? LETTERA DI FIORELLA MINERVINO
Fiorella Minervino (Anteprima)