Davide Campari-Milano N.V. ha reso note le informazioni finanziarie relative al primo trimestre 2025, un periodo che, come anticipato, ha visto il Gruppo registrare una performance più contenuta rispetto alle aspettative precedenti, in un contesto macroeconomico definito da accentuata volatilità. Nonostante le sfide, l’azienda sottolinea la forza sottostante dei propri marchi e conferma gli obiettivi strategici per il futuro.
Il trimestre, tradizionalmente meno rilevante e stagionale per il Gruppo, è stato influenzato da diversi fattori. Tra questi, la calendarizzazione della Pasqua ha spostato alcuni flussi di vendita, mentre negli Stati Uniti si sono verificati ritardi logistici che hanno impattato le spedizioni. A questi si sono aggiunti alcuni effetti temporanei legati agli ordini e una generale incertezza economica che pesa sui consumatori.
I Numeri del Trimestre
Nel dettaglio, le vendite totali del Gruppo si sono attestate a €666 milioni. Il dato segna un aumento complessivo del +0,3% rispetto all’anno precedente, ma è in calo del -4,2% organicamente, ovvero escludendo l’effetto positivo del +4,3% dovuto principalmente all’inclusione nel perimetro della linea Courvoisier e un modesto effetto cambio positivo del +0,2%.
Sul fronte della profittabilità, il quadro mostra una contrazione. L’EBIT-rettificato è pari a €136 milioni, in diminuzione del -17,2% organicamente e del -10,2% complessivamente, con un margine che si attesta al 20,4% delle vendite nette. L’EBITDA-rettificato segue un trend simile, a €174 milioni, in calo del -10,9% organicamente e del -4,1% a livello totale, con un margine del 26,1%. Questa performance è stata influenzata dalla tempistica degli investimenti in pubblicità e promozione (saliti organicamente del +2,4%, riducendo il margine) e da un aumento dei costi di struttura (saliti organicamente del +5,1%), i cui effetti di contenimento sono attesi nella seconda metà dell’anno.
L’utile del Gruppo prima delle imposte si è attestato a €107 milioni, in calo del -26,1%. L’utile rettificato è stato di €114 milioni, in diminuzione del -22,5%.
Anche l’indebitamento finanziario netto ha visto un incremento, raggiungendo i €2.460 milioni, in aumento di €83 milioni rispetto a fine dicembre 2024, principalmente a causa degli investimenti. Il multiplo di debito finanziario netto rispetto all’EBITDA-rettificato è salito a 3,4 volte, rispetto alle 3,2 volte di fine 2024.
La Visione del CEO
Simon Hunt, Chief Executive Officer del Gruppo, ha commentato i risultati, evidenziando le sfide ma anche la resilienza: “Stiamo mantenendo un approccio prudente nell’attuale contesto operativo caratterizzato da incertezza, e impattato anche dalle minacce dei dazi. L’avvio d’anno contenuto è stato influenzato da un contesto di accentuata volatilità macroeconomica che ha colpito il trimestre meno rilevante e con minore stagionalità, impattato anche in EMEA dalla calendarizzazione della Pasqua e negli Stati Uniti da alcuni ritardi logistici. Allo stesso tempo, abbiamo continuato a conseguire una sovraperformance del sell-out nella maggior parte dei mercati, che dimostra la forza dei nostri brand. Guardando al futuro, la nostra guidance già fornita per il 2025 rimane il nostro obiettivo, riconoscendo allo stesso tempo la ridotta visibilità. Rimaniamo fiduciosi nella capacità di generare una crescita sostenibile nel lungo termine, sfruttando la forza dei nostri marchi accelerando l’espansione geografica facendo leva sulla nostra attuale struttura commerciale, e focalizzandoci su qualità dell’execution commerciale e disciplina in materia di prezzi. Allo stesso tempo, ci impegniamo a massimizzare il potenziale del Gruppo generando efficienza attraverso il programma di contenimento dei costi annunciato, continuando a investire nella costruzione dei brand e nel completamento del piano di investimenti straordinari. Inoltre, ci focalizzeremo sulla riduzione della leva finanziaria e sullo snellimento del portafoglio, non prevedendo acquisizioni”.
Uno Sguardo al Futuro
L’azienda conferma l’outlook per il 2025, ribadendo il raggiungimento della guidance precedentemente comunicata, pur riconoscendo la ridotta visibilità legata all’incertezza macroeconomica e alle pressioni sui consumatori. Un elemento di cautela aggiuntivo è rappresentato dal potenziale impatto dei dazi, stimato in circa €25 milioni a livello di EBIT nel 2025 prima di eventuali azioni correttive, e dal rischio di un ulteriore impatto negativo dovuto all’indebolimento del dollaro USA. La strategia per l’anno si concentra sulla riduzione della leva finanziaria, sulla qualità dell’esecuzione commerciale, sulla disciplina dei prezzi e sullo snellimento del portafoglio, escludendo acquisizioni nel breve termine.
Anche la guidance di medio termine è stata confermata. Campari prevede di continuare a sovraperformare il settore e guadagnare quote di mercato, puntando su una crescita organica delle vendite mid-to-high single digit nel medio-lungo termine in un contesto normalizzato (esclusi i dazi). L’incremento della marginalità è atteso grazie al mix di vendita favorevole, alle efficienze nel costo del venduto e a un programma di contenimento dei costi di struttura che dovrebbe generare un beneficio complessivo di 200 punti base sulle vendite nette entro il 2027.
L’Andamento per Aree Geografiche e Marche
Analizzando le performance per aree, le Americhe (47% delle vendite) hanno registrato un calo del -6%, con gli Stati Uniti in flessione dell’-11% (-5% escludendo ritardi logistici) a causa di volatilità, minaccia di dazi che ha indotto destocking su brand come SKYY, Grand Marnier e Wild Turkey, e una base di confronto sfidante per Espolòn Blanco. Giamaica (+5%) e altri mercati (+7%) hanno mostrato crescita.
In EMEA (46% delle vendite), il calo è stato del -4%. Italia (-3%) e Germania (-10%) hanno risentito della calendarizzazione della Pasqua. La Francia (-2%) ha sofferto il contesto debole del settore. Il Regno Unito ha mostrato una forte crescita sottostante (+10% escludendo vendite bulk).
L’area Asia Pacifico (7% delle vendite) è stata l’unica a registrare una crescita significativa, pari al +11%. L’Australia ha performato eccezionalmente bene (+16%) grazie all’execution per gli aperitivi e alla crescita di Wild Turkey e Espolòn. Cina e Corea del Sud hanno contribuito positivamente.
Per quanto riguarda i marchi, la House of Aperitif (44% delle vendite) ha segnato un calo del -1%. Aperol è stabile, crescendo nelle Americhe (+8%) ma frenato dalla Pasqua in EMEA. Campari è sceso del -5% per basi di confronto elevate e l’effetto Pasqua in Italia.
La House of Whiskey and Rum (15%) è calata del -2%, con Wild Turkey debole negli USA ma forte in Asia Pacifico ed EMEA. Il portafoglio di rum giamaicano è cresciuto del +5% su una base di confronto favorevole.
La House of Agave (9%) ha registrato un calo del -2%, con Espolòn in diminuzione del -5% negli USA, impattato da disciplina sui prezzi, promozioni e ritardi logistici.
La House of Cognac and Champagne (10%) ha visto la flessione maggiore, pari al -13%, con Grand Marnier in calo del -12% per fattori simili a Espolòn negli USA.
Infine, i marchi locali (22% delle vendite) sono diminuiti del -9%, con SKYY in linea con il trend di categoria negli USA (-8%) e performance negative nei vini spumanti, vermouth e nel resto del portafoglio.
Nonostante l’avvio prudente, Campari Group si affida alla forza dei propri brand e a un rigoroso controllo dei costi e degli investimenti per navigare l’attuale scenario e perseguire gli obiettivi di crescita nel medio termine.