
Le prospettive per l’economia italiana continuano a destare preoccupazione. L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil per il 2024, portandole allo 0,7% rispetto allo 0,8% stimato lo scorso ottobre. La ripresa appare altrettanto modesta per gli anni successivi, con una crescita prevista dello 0,8% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026.
Le incertezze del contesto internazionale
Secondo l’Upb, l’economia italiana si conferma vulnerabile in un quadro macroeconomico segnato da numerosi rischi, prevalentemente orientati al ribasso. Tra le cause principali di questa revisione spiccano il peggioramento delle previsioni sugli scambi internazionali e l’aumento dei prezzi del gas, entrambi fattori che incidono in modo significativo su un’economia come quella italiana, fortemente dipendente dagli scambi con l’estero.
L’Upb sottolinea come la congiuntura mondiale sia influenzata da diversi fattori, tra cui i cambiamenti climatici, gli squilibri geoeconomici e le politiche protezionistiche degli Stati Uniti, che potrebbero avere effetti negativi considerevoli.
I mercati energetici sotto pressione
Uno dei principali elementi di instabilità riguarda la volatilità delle materie prime energetiche, in particolare del gas naturale. Questa situazione rappresenta un rischio di primaria importanza per l’Italia, aumentando le incertezze per le imprese e i consumatori.
Anche il commercio internazionale mostra segnali di debolezza: mentre i paesi emergenti registrano una crescita significativa, i paesi avanzati – Italia inclusa – soffrono una flessione, aggravata dalle tensioni sui mercati valutari e delle materie prime.
Quali prospettive per il futuro?
Il 2025 si apre con sfide significative per l’Italia, stretta tra dinamiche globali complesse e difficoltà interne. L’Upb invita a monitorare attentamente i rischi economici ed energetici, auspicando interventi mirati per sostenere la crescita e ridurre la vulnerabilità agli shock esterni.