
Secondo un nuovo sondaggio condotto da Semarchy, leader nel master data management e data integration, oltre l’83% delle aziende non è sicura della prontezza dei propri dati ESG per conformarsi alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Il sondaggio, che ha coinvolto 1.000 senior IT e data leader nel Regno Unito e in Francia, evidenzia un significativo gap di fiducia nella qualità e nell’affidabilità delle informazioni necessarie per sostenere gli audit.
Aspirazioni e Incertezze
Nonostante il 65% delle organizzazioni intervistate miri a raggiungere la prontezza per gli audit e rispettare le scadenze di reporting entro i prossimi 12 mesi, soltanto il 27% ritiene di disporre già delle infrastrutture e dei sistemi di gestione dati necessari. Un ulteriore 31% delle aziende adotta un approccio misurato, a causa dell’incertezza persistente riguardo alle linee guida, in vista anche di un imminente annuncio dell’UE che potrebbe semplificare il pacchetto delle direttive sulla sostenibilità.
Responsabilità e Ruoli nella Conformità
Il sondaggio evidenzia una nuova distribuzione delle responsabilità interne: il 68% delle aziende ritiene che i senior data executive, come i Chief Data Officers (CDO) e i Chief Information Officers (CIO), abbiano un ruolo fondamentale nella compliance CSRD. In confronto, solo il 54% assegna questo compito ai responsabili della sostenibilità, mentre un sorprendente 33% coinvolge i Chief Financial Officer (CFO), nonostante le rilevanti implicazioni finanziarie del cambiamento normativo.
Investimenti e Strategie di Compliance
Per accelerare la prontezza agli audit, oltre il 68% delle aziende prevede di destinare più del 10% dei propri budget IT annuali alla conformità CSRD, con il 26% che intende investire oltre il 20%. Semarchy sostiene che il ritorno alle basi del master data management possa semplificare e automatizzare il processo di conformità, dato che l’89% delle aziende ha già iniziato a raccogliere e a riportare dati ESG da almeno un anno, e oltre il 58% da più di tre anni.
Il Valore di una Gestione Dati Centralizzata
Secondo Hervé Chapron, SVP per Global Sales & Global Manager EMEA di Semarchy, il problema non risiede nella scarsità dei dati, ma nella garanzia della loro affidabilità e fiducia. Adottando strumenti centralizzati e scalabili, le aziende possono non solo rispettare i requisiti normativi, ma anche trasformare la compliance in un vantaggio strategico, facilitando decisioni aziendali più informate e creando valore a lungo termine. Anche altri esperti, come Renee Murphy di Verdantix, sottolineano l’importanza di superare le sfide della raccolta dati, della produzione di report digitalmente taggati e della frammentazione delle informazioni, per garantire audit-readiness e rispondere alle esigenze regolatorie in continua evoluzione.
Verso una Trasformazione Strategica
Joshua Symons, Head of Enterprise Data presso UKHSA, e Xavier Gardiès, Senior Partner e Head of Consulting di Micropole, evidenziano come il percorso verso la conformità CSRD richieda non solo investimenti tecnologici, ma anche un cambiamento culturale all’interno delle organizzazioni. Una gestione dati centralizzata, infatti, permette di allineare le diverse funzioni aziendali, promuovendo una governance strutturata e trasformando la compliance in un asset strategico, capace di rafforzare la fiducia degli stakeholder e mitigare rischi operativi e finanziari.