
L’anno 2025 si apre con una ventata di moderato ottimismo per l’economia dell’eurozona. I dati previsionali dell’indagine PMI, pubblicati da S&P Global, segnalano il ritorno a una leggera espansione dell’attività economica privata. Dopo mesi di stagnazione, l’Indice HCOB Flash PMI Composito della Produzione ha superato per la prima volta da agosto 2024 la soglia di non cambiamento di 50, attestandosi a 50,2 a gennaio rispetto al 49,6 di dicembre. Nonostante si tratti di un progresso marginale, il dato riaccende le speranze in una possibile ripresa economica. I segnali di miglioramento, seppur timidi, sono più evidenti in Germania, dove l’attività economica ha finalmente interrotto sei mesi consecutivi di contrazione, segnando una stabilizzazione. La Francia, seppur ancora in contrazione, ha rallentato il ritmo della caduta, registrando la performance meno negativa degli ultimi quattro mesi. Nel resto dell’eurozona, la crescita del settore privato prosegue per il tredicesimo mese consecutivo, anche se a un ritmo più lento rispetto a dicembre.
Il miglioramento della produzione, tuttavia, si accompagna a costi in forte aumento. A gennaio, il tasso d’inflazione ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 21 mesi, spingendo le aziende a ritoccare verso l’alto i prezzi di vendita. Nonostante ciò, la domanda rimane debole, limitando la portata della ripresa. Le prospettive per i mesi a venire sono segnate da una fiducia moderata. Le imprese si mostrano complessivamente ottimiste, ma con un livello di fiducia ancora inferiore rispetto alla media storica. Nel settore manifatturiero, l’ottimismo è salito ai massimi da sette mesi, in netto contrasto con il comparto terziario, dove la fiducia appare in calo. Geograficamente, la Germania guida il rinnovato entusiasmo, mentre la Francia procede con cautela, mantenendo comunque una tendenza positiva. In un contesto di costi crescenti e di una domanda ancora fragile, la sfida per l’eurozona sarà trasformare questi segnali di ripresa in una crescita stabile e diffusa. Il ritorno a un’espansione, sebbene marginale, dimostra che il cammino verso la stabilità economica è possibile, ma richiede fiducia e politiche mirate per affrontare le debolezze strutturali ancora presenti.