
Il governo argentino ha annunciato l’intenzione di proporre l’eliminazione del reato di femminicidio dal Codice penale del paese, suscitando un ampio dibattito a livello nazionale e internazionale. La misura, comunicata dal ministro della Giustizia Mariano Cúneo Libarona attraverso un post sui social media, punta a rimuovere la specificità giuridica legata agli omicidi di donne motivati dal genere. “Elimineremo il concetto di femminicidio dal Codice penale perché questa amministrazione difende l’uguaglianza davanti alla legge sancita dalla nostra Costituzione nazionale. Nessuna vita vale più di un’altra”, ha scritto Cúneo Libarona su X (ex Twitter). La posizione del governo si basa sull’idea che la normativa attuale crei una disparità giuridica, favorendo una parte della popolazione rispetto a un’altra. In Argentina, la legislazione sul femminicidio prevede pene più severe per chi uccide una donna per ragioni legate al genere. L’introduzione del reato risale al 2012, quando fu approvata una legge che mirava a contrastare un fenomeno di violenza sistemica contro le donne, emerso in maniera drammatica negli anni precedenti. Il reato è stato concepito come strumento per riconoscere la specificità dei crimini di genere, considerati una forma estrema di discriminazione e violenza. L’annuncio segue un intervento del presidente argentino, Javier Milei, nella foto, durante il Forum Economico Mondiale di Davos. Milei ha definito il concetto di femminicidio come una forma di “discriminazione inversa”, affermando che “legalizza in effetti che la vita di una donna vale più di quella di un uomo”. Questa dichiarazione riflette una visione che punta alla neutralità giuridica di fronte al genere, in linea con l’approccio generale della sua amministrazione. Tuttavia, l’iniziativa richiede l’approvazione del parlamento argentino, dove il governo non detiene la maggioranza. La proposta si scontra con l’opposizione di centro-sinistra, che introdusse il reato di femminicidio durante il proprio mandato e ne difende la necessità come strumento per affrontare un problema sociale ancora radicato. L’annuncio ha generato reazioni contrastanti. Da un lato, i sostenitori del governo sottolineano la necessità di un sistema giuridico che tratti tutti i cittadini in modo uguale, indipendentemente dal genere. Dall’altro, organizzazioni per i diritti umani, associazioni femministe e parte dell’opposizione criticano aspramente l’iniziativa, considerandola un passo indietro nella lotta contro la violenza di genere. In Argentina, il femminicidio è un problema ampiamente documentato. Secondo i dati di varie organizzazioni, centinaia di donne vengono uccise ogni anno nel paese in contesti di violenza domestica o per motivi legati al genere. L’introduzione del reato mirava a sensibilizzare la società e a rafforzare la risposta legale contro questi crimini.