(di Katherine Puce) Se produzione, trasporto e smaltimento dei rifiuti rappresentano da anni un grande problema per Roma, i termovalorizzatori sembrano invece rappresentare la soluzione. Con il Giubileo nel vivo, la questione si fa più accesa e urgente. Oltre a un danno puramente estetico, i rifiuti impattano sull’atmosfera quando soggetti a combustione incontrollata, e sulla salute del suolo e delle acque. Nel caso specifico della regione Lazio, nonostante i dati raccolti nel rapporto “Produzione rifiuti urbani e raccolta differenziata nel Lazio – 2023” di Arpa Lazio registrino un incremento della raccolta differenziata, la capitale si ferma al 46,6%, attestandosi così al di sotto della media nazionale del 66,6%. Spreco alimentare e carenza di impianti di smaltimento nella regione rappresentano altre variabili non trascurabili, a causa delle ingenti emissioni di CO2 prodotte.
A fronte della situazione, nel 2022 è stata proposta l’idea di costruire un termovalorizzatore, ovvero un impianto sito nell’area di Santa Palomba, a circa 20 km da Roma, per contrastare l’inquinamento dei rifiuti. L’inceneritore avrebbe il compito di utilizzare il processo di combustione per incenerire i rifiuti e sfruttare il calore prodotto per generare energia. Questo eviterebbe la dispersione di emissioni e l’abbandono di rifiuti. I lavori dovrebbero iniziare entro marzo, ma non tutti hanno ben accolto la proposta. “Zero Waste Italy”, al fianco di tutte le Reti e le Unioni di Comitati, di CGIL Lazio e di associazioni ambientaliste come Italia Nostra, WWF, Legambiente e Fare Verde, si è opposta in Campidoglio alla costruzione dell’impianto. L’associazione ha lanciato un appello in difesa dell’economia circolare e in tutela della salute, sottoscritto poi da 100 tra esperti, scienziati e attivisti a livello mondiale. Le associazioni accusano i media di utilizzare un linguaggio fuorviante che non prende realmente in considerazione le conseguenze dell’utilizzo di un nuovo inceneritore. Secondo loro, la produzione di energia dal calore rischia di produrre una quantità energetica inferiore rispetto alle aspettative, con sprechi durante la raccolta delle ceneri di scarto. Temono, inoltre, un importante danno economico cui i cittadini romani dovrebbero farsi carico.