Il comparto calzaturiero italiano sta affrontando un periodo difficile nei primi nove mesi del 2024. Le esportazioni sono in calo, con una riduzione del 9,2% rispetto allo stesso periodo del 2023, e la produzione industriale è diminuita del 18,9%. Anche il fatturato ha registrato una flessione del 9,7%. Questo è quanto emerge da un report di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, che evidenzia come l’effetto positivo del rimbalzo post-Covid sia ormai finito, portando a un 2024 con segni negativi in tutte le principali variabili.
Il mercato estero, che rappresenta una parte importante delle vendite, ha visto difficoltà in quasi tutti i comparti. L’unica eccezione riguarda le scarpe con tomaio in gomma, che hanno visto un aumento dell’8,2% in volume e dell’1,3% in valore. Tuttavia, le calzature in pelle, tradizionalmente il cuore della produzione italiana, hanno subito un calo, con una contrazione del 7,1% in quantità e dell’8,2% in valore. Le calzature in pelle, infatti, coprono circa il 65% delle esportazioni italiane, quindi la loro flessione ha un impatto significativo sul settore.
Guardando ai vari mercati, i paesi europei hanno avuto performance meno penalizzanti rispetto a quelli extra-UE. Tuttavia, alcune nazioni extra-europee stanno registrando segni positivi. La Cina, per esempio, ha visto un aumento delle esportazioni del 1,7% in valore e un notevole incremento del 19% in quantità. Buoni risultati anche da Hong Kong (+8,7%) e dagli Emirati Arabi Uniti, dove le esportazioni sono cresciute del 26,3%. Anche la Turchia ha registrato una crescita superiore al 10% sia in volume che in valore. D’altra parte, la Svizzera ha visto un drastico calo (-51,3% in valore e -35,4% in quantità), principalmente a causa del cambiamento nelle strategie di distribuzione dei marchi di lusso, che ora preferiscono spedire direttamente ai mercati finali piuttosto che passare dai magazzini svizzeri.
La situazione economica sfavorevole si riflette anche sul numero di imprese e sull’occupazione. Nei primi nove mesi del 2024, sono stati registrati 144 calzaturifici in meno, pari a una riduzione del 4%, e ci sono stati 2.619 occupati in meno, con un calo del 3,6%. Inoltre, le ore autorizzate di cassa integrazione nella filiera pelle sono aumentate in modo significativo, arrivando a 26 milioni, un dato che è oltre quattro volte e mezzo superiore rispetto al periodo pre-Covid del 2019.
Per la presidente di Assocalzaturifici, Giovanna Ceolini: “Nel terzo trimestre del 2024 non si è verificata nessuna inversione di tendenza nella congiuntura del comparto. Anzi -oltre il 60% delle imprese ha chiuso con fatturato sotto i livelli conseguiti nell’analogo periodo 2023, con riduzioni superiori al -20% per 1 realtà su 5. I dati cumulati dei primi 9 mesi confermano pertanto le difficoltà già emerse nella prima parte dell’anno. L’andamento riflessivo di molte importanti economie internazionali, in Europa e fuori dai confini comunitari, e un contesto geopolitico tutt’altro che favorevole, che ha visto aggiungersi, oltre al conflitto russo-ucraino, un altro fronte di instabilità in Medio Oriente, hanno fortemente penalizzato nel 2024 le esportazioni di calzature”. La situazione appare più critica sui mercati extra-UE, dove l’export segna un -15,3%. Se nell’Unione Europea le vendite mostrano cali abbastanza contenuti (-2,6% in valore nell’insieme, con un -2% in Francia e -6,2% in Germania), sui mercati extra-UE la flessione è molto più marcata. Risultati sui quali ha indubbiamente pesato anche la frenata subìta da molti brand del lusso, il cui sviluppo aveva contribuito negli anni recenti a sostenere le dinamiche settoriali,”