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Un premio è un sogno o un salto nell’immaginifico per chi lo brama e lo riceve? Visto che l’immaginazione è tutto quello che avviene prima del vivere, anche solo camminare. Ancora una volta si schiudono le ali della possibilità, come quelle di un angelo rinnegato dalla provincia che, caduto sulla scena, si rialza a ritmo di canzone. Torna, dunque, il Premio Gennaro Cannavacciuolo per i tanti che vogliono fare seriamente l’artista in palcoscenico. Il Premio si presenta come un ponte tra talento e possibilità, un’occasione importante per giovani artisti di esprimersi e distinguersi. Dedicato alla memoria di un maestro della scena teatrale, il premio mira a valorizzare attori e attrici-cantanti italiani di età compresa tra i 18 e i 33 anni, capaci di muoversi tra comico e tragico, cabaret e musical, con quella versatilità che era il marchio distintivo di Cannavacciuolo. Grazie alla collaborazione della Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei Deputati e della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, il premio si rivolge a chi sa mescolare tecnica, espressione e intuizione artistica. Non si cercano solo interpreti, ma anime capaci di vivere ogni aspetto della performance: dal teatro-canzone all’operetta, passando per i generi più classici e sperimentali. A valutare i candidati, una giuria composta da nomi di rilievo del panorama artistico italiano: Pino Strabioli (regista, attore e giornalista), Luciano Mattia Cannito (coreografo e regista), Enzo De Caro (attore e sceneggiatore), Rossana Casale (cantante e docente di Conservatorio), Barbara Giordani (casting director) e Maria Giuseppina Troccoli (Commissario Straordinario Roma Lazio Film Commission). Il bando scade il 14 febbraio 2025. E a maggio sarà il tempo della premiazione con l’esibizione dei candidati finalisti. Questa è una bella opportunità voluta dall’Associazione Gennaro Cannavacciuolo presieduta da Christine Conrad: è un modo intelligente per onorare i talenti del futuro, in un mondo ottenebrato dal niente che si fa mesto presente. Cosa resta dell’attualità insignificante? Nulla: una canzone non cantata, un controtempo accidentale, una lacrima congelata nell’aria. E l’emozione si va a benedire, ben vengano i premi.