
Il Festival “Mi fa un baffo il gatto nero”, quest’anno giunto alla sua IV edizione, si svolgerà a Roma il 16 e 17 novembre 2023 e porta con sé un messaggio potente quanto semplice: gli animali non sono portatori di sfortuna. A dirlo, con determinazione, è Federica Rinaudo, giornalista e ideatrice dell’evento, che da anni combatte contro superstizioni e credenze popolari che mettono in pericolo tante creature innocenti.
Nel nostro paese, se pensiamo agli animali da sempre malvisti, vengono subito alla mente il gatto nero, la civetta, il pipistrello e il serpente. Ma, davvero, questi esseri viventi meritano la persecuzione che subiscono? La risposta è, ovviamente, no. Questi animali, come tanti altri, sono vittime di pregiudizi radicati nel folklore e nelle tradizioni popolari, dove vengono assimilati a portatori di mali o messaggi nefasti. Eppure, la realtà è ben diversa.
“Mi fa un baffo il gatto nero Festival” nasce per sensibilizzare la gente, educare alla conoscenza e, soprattutto, combattere l’ignoranza. Non si tratta di difendere gli animali solo per una questione di amore verso di loro, ma anche per una questione di giustizia. Nessun animale è malvagio per natura. Eppure, la superstizione continua a mietere vittime. Solo in Italia, ogni anno, centinaia di gatti neri vengono uccisi, torturati o semplicemente maltrattati, per nulla più che per il colore del loro manto.
E proprio per contrastare questo pensiero retrogrado, torna il Festival, che quest’anno si svolgerà in un contesto speciale: il 17 novembre, infatti, coincide con la Giornata Mondiale del Gatto Nero. La kermesse avrà come cornice il Teatro della Croce Rossa Italiana, un luogo che si fa simbolo della solidarietà e della sensibilizzazione.
Un evento che è anche cultura, arte e condivisione. A dare voce e volto a questa causa ci saranno personalità dello spettacolo, della cultura e dello sport, come Stefano Pantano, ex schermitore, e Alessia Scortechini, oro ai Giochi Paralimpici di Tokyo. A dare il via, il 16 novembre, sarà un convegno sul mondo degli animali e sui diritti che li riguardano. Si parlerà di aspetti legali, tributaristici e sanitari, con esperti del settore, come il tributarista Salvatore Cuomo, il notaio Adriano Squillante e il veterinario Rosalba Matassa. Un’occasione unica per sensibilizzare, ma anche per fare il punto su come la società trattano oggi gli animali. Si parlerà anche di testamento in favore dei nostri amici a quattro zampe, un tema che, fino a qualche anno fa, sembrava impensabile.
Il festival non si limita solo alla conferenza, ma si estende anche al teatro, alla danza, alla musica e alla letteratura, creando un ambiente dove ogni forma di espressione artistica diventa veicolo di un messaggio di inclusività e rispetto. Dalla magia con il giovanissimo Francesco Miccoli alla musica della band Team Rocket, ogni parte dell’evento è pensata per portare un messaggio positivo, inclusivo e, soprattutto, educativo.
Gli animali non sono malefici. Non sono simboli di sfortuna. Non sono creature da temere. Semplicemente, sono esseri viventi con le loro peculiarità e, a volte, con le loro difficoltà. Eppure, nonostante la modernità, spesso ci si rifugia ancora in credenze e superstizioni che non fanno altro che danneggiare e distruggere la vita di chi non può difendersi. Il Festival, quindi, è anche un atto di amore per la nostra cultura e per gli esseri viventi che la popolano.
E ora, diamo uno sguardo alla realtà: i veri pericoli per gli animali, e per tutti noi, sono altri. Sono la distrazione e la velocità degli automobilisti, che non riconoscono la loro responsabilità quando passano troppo velocemente vicino a una civetta o a un gatto nero. E allora, se davvero vogliamo fare la differenza, dobbiamo smettere di credere alle superstizioni e iniziare a riflettere su come possiamo proteggere, rispettare e amare tutti gli esseri viventi con cui condividiamo questo pianeta.
Il Festival è gratuito e aperto a tutti. Non servono biglietti, ma una piccola donazione per i rifugi di animali che hanno bisogno di noi: cibo, accessori, e tanto cuore. Chiunque può partecipare, portando con sé un piccolo gesto di solidarietà.