Messaggio ai naviganti (su internet) e a tutti i profeti che preconizzavano la fine delle farmacie “fisiche”, ineluttabilmente condannate al sacrificio sull’altare della vendita dei farmaci online. Il fatto è che vendere i medicinali online “costa molto”. E, per sovrammercato, priva il paziente, “specie di quello di una certa età di un contatto umano con il farmacista“. E dunque i centri di distribuzione “fisica” in sanità – a partire dalle farmacie – lungi dal tiare le cuoia, se la giocheranno sempre da protagonisti, nonostante l’affermazione delle soluzioni digitali e dei fascicoli sanitari elettronici che consentono di avere sottomano la storia sanitaria di un numero crescente di persone.
A sostenerlo è Stefano Pessina (nella foto con Barra), executive chairman di Walgreens Boot Alliance (Wba), società quotata alla Borsa di New York con un network di 23mila farmacie (di cui 10.500 in Cina) e un fatturato di 140miliardi di dollari, intervistato in occasione del Festival dell’Economia di Trento dal direttore de Il Sole 24 Ore e di Radiocor Fabio Tamburini.
“Alla fin fine gli ordini per posta, i ‘mail order’ sono una cosa vecchia di 50-60 anni, sono saliti rapidamente fino al 25% del mercato, ma oggi sono al 16%. Dunque sono tornati indietro”, ha spiegato Pessina, aggiungendo che “tutte le iniziative prese da Amazon per la farmacia e la sanità sono state chiuse una dopo l’altra, perché il farmaco è una cosa importante per l’uomo. Non è soltanto la pillola da prendere: è un fatto psicologico”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Ornella Barra (nella foto con Pessina), Evp e Chief operating officer international di Wba, che ha premesso di “rispondere da farmacista”, l’attività professionale effettivamente esercitata a Lavagna, in Liguria, agli esordi della sua straordinaria carriera. “Il farmaco deve arrivare all’ora prestabilita con la dose giusta e alla temperatura giusta: mettere insieme tutte queste cose in un sistema logistico è estremamente complesso” ha detto Barra. “Lo abbiamo visto anche durante il Covid, quando le prescription on line sono aumentate ma poi i pazienti venivano nella farmacia più vicina a ritirare i farmaci”.
Barra, nell’occasione, ha anche tracciato un bilancio dell’esperienza pandemica. “Dal Covid abbiamo imparato che il sistema sanitario italiano italiano ha funzionato bene e che le risorse umane come medici, infermieri e farmacisti sono fondamentali” ha detto l’alta dirigente di Wba, ricordando però che non mancano le criticità: prossimamente andranno in pensione circa 30mila dottori e soltanto mille sono gli studenti che entreranno nelle università di Medicina ogni anno. “Per questo dico che investire sul capitale umano è l’aspetto che il Ssn deve tenere in maggiore conto” ha affermato Barra, sottolineando che non si tratta soltanto di aumentare i salari. “Bisogna permettere che medici e infermieri possano esprimersi in diverse forme e non solo in ospedale, perché chi lavora in ospedale poi non può fare visite private: so che ci si sta lavorando” ha aggiunto la rappresentante di Wba, a giudizio della quale è anche fondamentale aumentare l’attrattività del sistema italiano rispetto all’estero, “dove i medici italiani sono attirati non solo dai salari ma anche da aspetti tecnologici e scientifici, quindi noi dobbiamo avere la capacità di motivare sia i giovani medici, che gli infermieri e tutti gli altri componenti della filiera della sanità”.
“Infine – ha concluso Barra – dobbiamo creare un sistema di richiamo in Italia, perché in Italia abbiamo delle eccellenze“.
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