In Italia, le cose sembrano volgere al meglio con uno sguardo più ottimista verso il futuro. Secondo l’Istat, l’incidenza complessiva della povertà o dell’esclusione sociale si attesta al 22,8%, con una leggera flessione rispetto al 24,4% registrato nel 2022.
Una notizia positiva è rappresentata dalla diminuzione della quota di individui a rischio di povertà, scesa all’18,9% rispetto al 20,1% dell’anno precedente. Questo trend positivo è attribuibile alle misure di sostegno alle famiglie messe in atto, come l’Assegno unico universale per i figli e i bonus per contrastare l’aumento dei costi dell’energia.
Tuttavia, c’è un lato meno luminoso della fiammata positiva spinta dagli ottimi dati incoraggianti: un lieve aumento della popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale, che si attesta al 4,7% rispetto al 4,5% del 2022. Questo aumento, seppur contenuto, richiama l’attenzione sulle sfide ancora presenti nel tessuto sociale italiano.
Un aspetto interessante è rappresentato dalla distribuzione geografica di questi dati: mentre al Nord e al Nord-est si registra una riduzione della povertà, il Mezzogiorno presenta ancora cifre preoccupanti, con il 39% della popolazione a rischio. Tuttavia, anche qui si osserva una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente.
Un altro elemento di riflessione è il ruolo delle famiglie: se da un lato si registra una diminuzione del rischio di povertà per famiglie con figli, dall’altro aumentano le difficoltà per famiglie numerose, specialmente per quelle con cinque o più componenti.
L’Italia sembra muoversi nella direzione giusta nel combattere la povertà, tuttavia è evidente che vi sono ancora sfide da affrontare. Le misure di sostegno hanno dato risultati positivi, ma è necessario continuare a monitorare da vicino la situazione sociale del Paese e ad adottare politiche mirate per garantire un futuro migliore per tutti i cittadini.