Pare che la cura Rocca per la sanità laziale in qualche modo cominci a funzionare. Con qualche strizzatina d’occhio in più verso i privati, sottolineano i suoi avversari. Ma funziona. Il governatore ha dato delle indicazioni precise, tiene tutti i commissari sotto stretto controllo, comunicazione compresa. E’ una situazione di emergenza, certo, ma Alessio D’Amato ha governato a lungo con un sistema di questo tipo. E’ il sistema migliore? Chi comanda ospedali e Asl deve sentire il fiato sul collo? O deve avere l’autonomia sufficiente per esprimersi? L’aria che tira non è delle migliori, da questo punto di vista. Ma per il bene degli utenti…? Si diceva nei giorni scorsi che qualcosa sarebbe dovuto accadere a brevissimo. Può restare senza guida autorevole la corazzata del Policlinico Tor Vergata? Il FF di questi mesi è ottimo professionista ma non un manager. E l’Ares 118 può restare in stand by? Maria Paola Corradi è ancora titolare per contratto, ma appare totalmente immersa nella gestione della patata bollente che risponde al nome di S.Giovanni Addolorata. E che dire dell’IFO, IRCCS storico ma soprattutto punto di riferimento fondamentale per i malati oncologici? E via via tutto il resto. Alcuni Dg quasi a fine contratto lavorano molto bene (perché non proprogare, dando la serenità necessaria, diversi commissari non riescono ancora a trovare una linea di condotta chiara ed efficace. Conviviamo con il basso profilo? E’ colpa della politica? Scopriamo che la Asl di Latina è tra le più virtuose d’Italia, complimenti. Premiamola. Stanno rientrando personaggi autorevoli, qualcuno dice che fanno la fila ma esagera. Intanto gruppi italiani e stranieri approfittano della situazione per fare comodi shopping di strutture a prezzi stracciati, comprano privato accreditato e ci mettono nelle posizioni di vertice ex dg laziali con lunga esperienza e soprattutto con i contatti giusti. Speriamo che Rocca faccia chiarezza in fretta.
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio