Tegola giudiziaria sull’appalto, si riapre la battaglia per l’inceneritore di Trezzo. Il Consiglio di Stato congela l’assegnazione della commessa per l’aggiornamento dell’impianto ad A2a, nella foto l’a. d. Renato Mazzoncini, 133 milioni di investimenti previsti in città, accoglie il ricorso del gestore attuale, Prima, Gruppo Falck, contro il project-financing respinto dal Tar e chiede la valutazione di una commissione di esperti da fissare. Se ne parlerà a fine estate. Si inceppa così il cammino del dossier, tremano i 30 dipendenti del forno che porta nelle casse del Comune 2,8 milioni l’anno per l’affitto. Il colosso pubblico dell’energia controllato da Milano e Brescia era stato scelto da un pool di professori universitari. E il tema delicatissimo finisce al centro della campagna elettorale. Dopo le altre pronunce che di fatto avevano certificato il corretto operato del Comune, la sindaca Silvana Centurelli credeva che la spinosa pratica fosse definitivamente sul binario giusto, ma potrebbe non essere così. A ricordarglielo saranno gli avversari, Danilo Villa, ex compagno di partito, la Lega, in corsa contro di lei per la poltrona di primo cittadino alle amministrative di giugno con la civica “Avanti” e Diego Torri in lizza per Obiettivo Comune, centrosinistra. L’assegnazione ad A2a risale al 2022, la sua proposta valeva di più di quella di Prima alla guida del “camino” dal 2003 che si era fermata a un’offerta di 72 milioni, ora però i giudici amministrativi vogliono vedere chiaro sull’effettiva sostenibilità economica del piano vincente e ordinano una valutazione tecnica nel merito.
A scegliere due anni fa sono stati tre accademici ingaggiati dall’Amministrazione: Mario Grosso del Politecnico di Milano, Arturo Patarnello della Bicocca e Antonio Perdichizzi dell’Università di Bergamo. Fra le differenze più significative, il teleriscaldamento “in linea con gli obiettivi messi nero su bianco dalla Giunta” proposto da A2a, mentre Falck aveva presentato una sperimentazione sull’idrogeno “basata su una produzione elettrica separata e non in arrivo dall’inceneritore”. È il disegno complessivo ad aver fatto la differenza e alla fine il consiglio comunale aveva adottato l’opzione oggi in discussione. E non è il solo problema. Prima ha smesso di versare nelle casse del Municipio il contributo per il disturbo che il camino arreca. L’azienda continua a bruciare rifiuti in via Pastore – 170mila tonnellate l’anno in arrivo da tutta la Lombardia – ma dopo quattro proroghe dice di aver impiegato quei soldi per interventi che le permettessero di proseguire l’attività in deroga. La sua concessione, infatti, è scaduta nel settembre scorso. All’appello, secondo gli ultimi conti presentati in aula, mancherebbe già quasi 1 milione e mezzo di euro. Soldi che hanno fatto di Trezzo una delle città più ricche della zona, incamerati per convivere con il termo.
Barbara Calderola, ilgiorno.it