Il confronto tra i colossi del settore minerario Anglo American (nella foto, il ceo Duncan Wanblad) e BHP ha preso una svolta significativa con il rifiuto da parte di Anglo American della proposta di aggregazione presentata da BHP, del valore di 31,1 miliardi di sterline, pari a circa 36 miliardi di euro.
Il Consiglio di Amministrazione di Anglo American ha respinto all’unanimità l’offerta, definendola come “sottovalutante in modo significativo” la società e le sue prospettive. Il presidente del gruppo, Stuart Chambers, ha criticato l’offerta come “opportunistica” e “fortemente poco attraente”, sottolineando che avrebbe portato “una notevole incertezza sui rischi di attuazione, quasi interamente a carico di Anglo American e dei suoi azionisti”.
L’annuncio ha avuto un impatto immediato sui mercati, con una flessione delle azioni di Anglo American a Londra e un calo di oltre il 3% delle azioni di BHP sulla piazza australiana.
Questa decisione rappresenta un momento cruciale nell’arena delle fusioni e acquisizioni nel settore minerario, evidenziando la determinazione di Anglo American nel difendere il proprio valore e le prospettive future. La risposta di BHP a questo rifiuto sarà attesa con grande interesse dagli investitori e dagli osservatori del settore.