Inutile sottolinearlo, lo stallo nuoce a tutto il sistema. Non basta inventare una manciata di posti letto per risolvere i problemi, serve fare delle scelte umane e professionali e su queste investire senza girarci troppo attorno. Non è ancora possibile tecnicamente fare delle nomine definitive? D’accordo. Ma nulla impedisce di ratificare la promozione di questo o di quel commissario sospendendone la formalizzazione. Quel soggetto saprà di avere davanti a sé un lungo periodo per operare, farà le sue scelte e annuncerà le sue strategie. Tutto ciò che ha intorno, amministrazione, dipendenti, ospedali, Pronto Soccorso vedranno in lui il capo designato e la macchina riprenderà meglio la sua corsa. Basta uscire dalla precarietà, e ci vuole veramente poco. Lo ripetiamo, al governo della sanità laziale c’è una squadra di commissari che spera nella riconferma, che si traduce in un contratto da Dg. Fino a quel momento il commissario non si assumerà certe responsabilità. E che dire dei facenti funzioni, che certo non vanno oltre la routine, non si prendono responsabilità . Come potrebbero? E si resta tutti sospesi, in attesa. Lo percepiscono gli utenti, questo stato di disagio, ed è inutile tornare sui problemi più volte raccontati. Ci sono commissari straordinari, ovunque, a Frosinone, Albano, a Rieti, alla Asl Roma 1. E le poltrone dell’Ares 118, dell’Ifo, di Tor Vergata restano scoperte. poltrone importanti. E di grande potere. Lo ricordiamo ancora, sul sito dell’Ares c’è ancora il nome della Corradi, e sono passate settimane. Un esempio di sciatteria, o c’è dell’altro?
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio