(di Tiziano Rapanà) Un libro per fissare, ricordare ciò che si è amato. I primi e i secondi della tradizione italiana. Così Lucio Stanca, manager di lungo corso (anche ministro per le innovazioni e le tecnologie per il governo Berlusconi, 2001-2006) ha fatto un libro di ricordi gastronomici riuniti in 350 ricette della tradizione nostra e anche straniera. Ricette come cartoline sentimentali di ciò che si è adorato, dalle prospettive dell’infanzia alle preferenze di oggi. Ricette che guardano al cuciniere più indomito, che vuole cimentarsi e stupire i commensali. Pranzi e cene pensati per un ristorante immaginario, “Lucio ‘a mare”: è la residenza estiva di Stanca, ma è anche il luogo immaginifico di incontri tra culture che non bisticciano né fanno bisboccia né frenano nella propensione allo sposalizio che alcuni chiamano “multiculturalità”. Così le ricette, raccolte nel libro Sediamoci a tavola. I piatti del ristorante immaginario “Lucio ‘a mare” (Morellini editore), trovano spazio in questo spazio dell’amore per la cucina che non schiude la porta allo sperimentalismo più intelligente… e si ritorna sempre a Emmanuel Lévinas, l’etica è un’ottica. Segnalo la bella prefazione di Edoardo Raspelli, unico rappresentante del divulgare la tradizione culinaria, che sottolinea l’importanza del ricordo come grimaldello che apre la stanza della rimembranza, fatta di sapori e profumi che accendono le diapositive delle stagioni della vita.