La nomenklatura della sanità laziale comincia il lento processo di aggiornamento. Francesco Rocca ormai governa da un anno, qualche pedina l’ha mossa sullo scacchiere strategico delle poltrone che contano, ma ora il primo passo importante è stato fatto. Senza clamore, in stile quasi vetero-democristiano. C’era un personaggio ormai ingombrante, al quale la amministrazione precedente aveva prorogato in extremis il contratto. E’ stato accompagnato non alla porta ma ad un nuovo incarico, lontanissimo da Roma. Parliamo di Giorgio Santonocito, ipotetico responsabile (per legge) del disastroso incendio all’ospedale di Tivoli. Lascia in questi giorni la Asl Roma 5 per assumere l’incarico di direttore generale al Policlinico Universitario di Messina. Per lui siciliano, è un ritorno a casa. Ma il suo arrivo nella città dello stretto ha già sollevato una violenta polemica politica. A Roma la cosa interessa poco. Intanto il controllo della situazione passa al direttore amministrativo Filippo Coiro, FF in attesa di sviluppi. Restano gli altri buchi neri e le situazioni confuse, contratti in scadenza a parte. Ne avevamo parlato anche la scorsa settimana. Troppe precarietà, ma anche – dicono – pochi pezzi pregiati di ricambio. Alcuni manager importanti con esperienze capitoline non ne vogliono sapere di tornare a lavorare per la sanità laziale, in passato sono arrivati da fuori (soprattutto da regioni amministrate dal centro sinistra) dei Dg che hanno fatto molta fatica ad ambientarsi e a lavorare nel Lazio. Situazione fluida, dunque, che potrebbe portare a novità nel breve periodo (qualche settimana) o a un congelamento “tattico” di sapore elettorale. Ci sono non meno di cinque pedine in possibile movimento, a quanto è dato di sapere. Restiamo in attesa.
Nuovo Corriere di Roma e del Lazio