Il rallentamento della domanda e l’aumento della produzione di greggio statunitense renderanno più difficile per l’Opec+ continuare a sostenere i prezzi. Lo afferma l’Aie, Agenzia internazionale dell’energia nel suo rapporto mensile. Il cartello Opec+, guidato da Arabia Saudita e Russia, ha limitato la produzione per tenere su i prezzi, ma nonostante i tagli, le quotazioni sono recentemente crollate a causa dell’indebolimento dell’economia globale e dell’aumento della produzione al di fuori del blocco.
“Il continuo aumento dell’offerta e il rallentamento della crescita della domanda complicheranno gli sforzi dei principali produttori in difesa della propria quota di mercato e per mantenere elevati i prezzi del petrolio”, ha affermato l’Agenzia internazionale per l’energia. Rispetto ai massimi di settembre, i prezzi sono diminuiti di circa 25 dollari al barile. Un ruolo fondamentale l’ha giocato la produzione statunitense salita sopra i 20 milioni di barili al giorno (mbd), così come la produzione record di Brasile e Guyana e un aumento delle esportazioni da parte dell’Iran, membro dell’Opec. La quota del mercato petrolifero del gruppo Opec+ scenderà al 51% quest’anno, la più bassa dalla creazione del blocco nel 2016, ha aggiunto l’Aie. Nel frattempo, “le prove di un rallentamento della domanda di petrolio stanno aumentando”, spiega il rapporto. La domanda di petrolio ha rallentato da +2,8 milioni di barili al giorno su base annua nel terzo trimestre a +1,9 mbg nel quarto trimestre. Le previsioni del quarto trimestre sono state riviste al ribasso di 0,4 mbg rispetto alla stima precedente. Per il 2023 nel complesso, la crescita della domanda di petrolio dovrebbe attestarsi a 2,3 mbg. “Il rallentamento è destinato a continuare nel 2024, con i guadagni globali che si dimezzeranno a 1,1 mbd, poiché la crescita del Pil rimane al di sotto del trend nelle principali economie”, ha affermato l’Aie. Anche i miglioramenti in termini di efficienza e i veicoli elettrici in forte espansione hanno ridotto la domanda di petrolio. L’Aie prevede che la crescita del Pil diminuirà ulteriormente dal 3,0% nel 2023 al 2,6% nel 2024, con la Cina che scenederà dal 5,0% al 4,2%. La frenata della crescita cinese, la seconda economia più grande al mondo, è importante per il mercato petrolifero poiché, secondo l’Aie, ha rappresentato l’80% dell’aumento globale della domanda di petrolio nel 2023. L’Aie ha inoltre osservato inoltre che il prezzo della tipologia principale di petrolio russo (Urals) è crollato bruscamente lo scorso mese, al di sotto del limite di 60 dollari al barile fissato dalle nazioni occidentali. Con il calo dell’export, l’Aie ha evidenziato come i ricavi russi siano diminuiti del 17% su base mensile a 15,2 miliardi di dollari, livello più basso da luglio.