
I commissari di Alitalia in amministrazione straordinaria — quel che resta del vettore di Stato che ha cessato di volare il 15 ottobre 2021 — annunciano il licenziamento di 2.723 persone che negli ultimi due anni erano rimaste in cassa integrazione a zero ore. È quanto si legge nelle due comunicazioni datate 1° dicembre 2023 — una relativa al vettore principale, l’altra a CityLiner, la divisione regional di Alitalia — inviate ai sindacati e a tre ministeri (Lavoro, Imprese e made in Italy, Trasporti). Gli stessi dipendenti avranno un trattamento straordinario di integrazione salariale fino al 31 ottobre 2024, così come stabilito da una norma dell’attuale governo. Nelle lettere si scopre anche che la vecchia aviolinea cesserà di esistere ufficialmente il 15 gennaio 2024.
La comunicazione
La società «comunica l’avvio di una procedura che determina, suo malgrado, licenziamenti per riduzione di personale», esordisce la lettera firmata dai commissari Gabriele Fava, Giuseppe Leogrande e Daniele Umberto Santosuosso. Che più avanti, dopo aver ripercorso tutta la vicenda della compagnia — dall’entrata in amministrazione straordinaria il 2 maggio 2017 fino all’ultimo volo, il 14 ottobre 2021, quindi al ritiro della licenza Enac — arriva al punto oggetto della missiva: «Fatta eccezione per le sole necessità operative dell’amministrazione straordinaria connesse al completamento dell’attività liquidatoria (172 persone, ndr) la scrivente è impossibilitata al reimpiego dei lavoratori attualmente sospesi in cassa integrazione».
I numeri
E «sebbene non siano stati ultimati i processi di ricollocazione e non siano valutabili i loro esiti definitivi, la loro natura volontaria e la mancata produzione, allo stato, di esiti del loro svolgimento (che è comunque ancora in corso) determinano, sempre allo stato, una situazione di eccedenza di personale che, allo stato, coincide con il bacino dei lavoratori sospesi in cigs a zero ore e che è, quindi, quantificabile in 2.668 unità». Altre 55 persone — come spiega la seconda lettera inviata — vengono licenziate dalla divisione CityLiner. Il 7 dicembre, a quanto si apprende, sindacati e commissari di Alitalia si vedranno, così come previsto per le procedure di licenziamento collettivo.
La nuova cigs
Ma fonti sindacali spiegano che i dipendenti licenziati — di cui molti già da tempo sapevano dell’arrivo della lettera — avranno poi dieci mesi di cassa integrazione (cioè fino al 31 ottobre 2024) che si affiancano all’integrazione del Fondo di solidarietà di settore per assicurare dal trattamento di cigs dell’anno prossimo una copertura al 60% della retribuzione lorda di riferimento, con un limite di importo mensile di 2.500 euro. Questa voce viene infatti citata nella lettera dei commissari che ricordano come il trattamento straordinario di integrazione salariale «non è dovuto dalla data di maturazione del primo diritto utile alla decorrenza della pensione di vecchiaia».
L’ultimo giorno
L’ultimo giorno di lavoro dei dipendenti di Alitalia è stato il 14 ottobre 2021. Il giorno successivo è decollata Ita Airways, il nuovo vettore tricolore che ha assorbito — con procedure di assunzione, così come imposte dalla Commissione europea — parte dei piloti, degli assistenti di volo e dello staff della vecchia aviolinea. Quest’ultima — senza voli, senza costi operativi eccessivi e grazie a contratti di consulenza, di noleggio e di cessione delle quote di anidride carbonica da emettere — nel 2022 è riuscita a chiudere addirittura con margine operativo lordo positivo in tutti e quattro i trimestri.
Leonard Berberi, corriere.it