La mannaia si abbatte sui premi assicurativi vita: l’Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, lancia l’allarme nel suo ultimo bollettino statistico. Nel corso del 2022, la raccolta premi nel settore vita subisce un duro colpo, calando dell’11% rispetto all’anno precedente. La notizia principale è che questa flessione è principalmente attribuibile al drastico crollo del 27% nel portafoglio delle polizze del ramo III, ovvero quelle legate agli indici di Borsa o a fondi di investimento.
Ma andiamo con ordine. Nel primo semestre del 2023, si nota una crescita del 10% circa per le polizze tradizionali del ramo I, mentre le polizze legate a indici o fondi (ramo III) vedono una drammatica contrazione del 39% rispetto all’anno precedente.
Guardando i numeri, emerge che le spese di gestione sulle polizze del ramo I rimangono pressoché invariate, passando dal 4,3% del 2021 al 4,5% nel 2022. Nel caso delle polizze del ramo III, invece, queste spese crescono dal 2,8% al 3,7%, sebbene rimangano globalmente inferiori.
Analizzando il lato tecnico, il risultato in rapporto ai premi emessi nel ramo I scende dal positivo 6,8% nel 2021 a un negativo -3,1% nel 2022, a causa dell’incremento degli oneri per sinistri. Nel ramo III, lo stesso indicatore passa dal 2,6% positivo nel 2021 a un -2,4% nel 2022, trainato dalla diminuzione della raccolta e dalla conseguente riduzione degli acconti tecnici, unite a un andamento negativo della redditività.
Per quanto riguarda gli investimenti, nel ramo I si registrano redditi per 5,3 miliardi nel 2022 (contro i 13 miliardi del 2021), mentre nel ramo III si contabilizzano perdite per 28,5 miliardi (rispetto ai +14,6 miliardi del 2021). La situazione è tutt’altro che rosea, con il settore assicurativo vita che si trova a fronteggiare sfide e scossoni significativi.