(di Tiziano Rapanà) E allora? Dove sono i probi congiurati del cenacolo della benevolenza? Non li vedo più. I pontificatori a tinte soft che ci indicano la via migliore sia nel mangiare che nel bere. E questo no, quest’altro non ne parliamo proprio, e quest’altro ancora fa solo danni… e andiamo avanti così tra divieti su divieti. Non voglio cadere nella scena madre da copione teatrale, qui non mi vedrete sbottare come testo prevede. Non diro: “E lasciateci mangiare come ci pare!”. Qui il problema è un altro ed è, se mi consentite, più sottile. Ossia che il senso della misura è gradito sia nell’eccesso che nella privazione. Non è solo questione di porzioni, ma di rinunce totali. E questo futuro di etichette a più non posso sembrano portarci lì: per il bene nostro e del pianeta e per chi volete voi. Ma chi ve lo dice che, alla fine della giostra, il pianeta ci ringrazierà? O il nostro organismo resterà intatto? Noi non lo sappiamo. L’imprevisto è dietro l’angolo e potremmo maledire quel tanto che non abbiamo mangiato o bevuto. E non parlo di fatalità, perché è fin troppo facile gettarsi nel pessimismo assoluto, ma dei piccoli fastidietti che disturbano il nostro incedere quotidiano. E dunque essere parchi e moderati serve? Certo che sì, ma non esageriamo. Quei venti grammi di spaghetti in più, ogni tanto, sono più che consentiti. Poi, male che vada, si perde peso e passa la paura. Ma noi che amiamo manducare come facciamo? Ora i ritornelli non si inventano più, il giogo della fantasia si interrompe e si cercano sul web i testi delle canzoni. Non si finge più di sapere un testo, così come non si finge più di stare a dieta. E dunque ci si sottomette al manicheismo: o dentro o fuori. Così si cerca un buon dietologo per dimagrire prima e meglio. Ma è così bello fingere di stare a dieta, dirsi “ora mi rimetto a posto” e poi puntualmente rovinare ogni proposito davanti al primo dolce caldo, con il suo profumo avvolgente che scodinzola dritto dritto davanti al tuo naso. E che fai: non cedi? Come è bello fingere di stare tra le regole della dieta, tra chili che vanno e vengono e si ritorna sempre al punto di partenza. Ma internet ha rovinato tutto: non si finge più, non si inventano più i testi delle canzoni e non si mente più nell’idea – mera illusione e non certo un vero proposito – di perdere peso. Il salutismo impera, tra video e articoli che ci dicono di rigare dritti perché così salvaguardiamo il nostro organismo. Epperò era così bello vivere nella dolce bubbola di volersi mettere d’impegno per perdere peso. Ora, e lo dicono i tanti del web, lo si deve fare e basta. TikTok pullula di signori che ammoniscono la volontà di abbandono ad un superfluo peccato di gola. Ma la fame esige lo sgarro, l’uso dell’impostura. Sì allo spaghetto a volontà, al cannellone, lasagna, pizza e arrosti misti e frattaglie varie. Stima e ammirazione totale per chi fa la dieta e la segue fino in fondo, beati i costanti che portano a casa i risultati. Io continuerò a tergiversare ancora un po’.