Dg, direttori sanitari e amministrativi come allenatori di calcio, pedine eccellenti di un mercato parallelo della sanità che rispetta formalmente le idoneità ma gioca molto sul rapporto personale e di potere. E dunque scambi “alla pari” tra aziende sanitarie, chiamate dirette extra regione, secondo un filo logico che viaggia sotto traccia. L’obiettivo finale è fornire un servizio migliore all’utente? Le pedine si spostano sulla scacchiera, o come carroarmatini sulla mappa del mondo per ragioni che sfuggono. Altre restano incollate in alcune caselle per lustri interi, a prescindere dai risultati, inspiegabilmente (ma le gole profonde le ragioni le spiegano, eccome); altre ancora sono così forti (o così protette) da puntare i piedi e resistere ai trasferimenti. C’è chi viene aiutato a cadere in piedi o bruscamente invitato a togliersi di mezzo. E’ la storia di un anno di mappa del potere laziale raccontata senza fare nomi e cognomi, ma precisa fino ai dettagli. I manager utilizzati con criterio e ragione al di là dei colori politici o delle amicizie personali si contano sulle dita di una mano. E sul territorio la differenza si vede. Eccome. Il nostro “borsino” si fonda su queste considerazioni sulla incisività sul territorio, sulla lucidità delle scelte e delle strategie, sulle capacità di gestione in situazioni non facili. E in parallelo, sulla gestione burocratica di un potere di vita e di morte sulla platea degli utenti. Rocca è forse distratto da altro, vede alcuni passaggi non brillanti e fa finta di non vedere, come il maestro a scuola con quello dell’ultimo banco che chiacchiera. Ad alcuni manager consentirà di uscire con l’onore delle armi a fine contratto (per alcuni Dg manca poco). Almeno così si dice nei corridoi del primo piano della Regione.
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio