Milano raddoppia l’mpegno per l’Housing Sociale in nuovi progetti edilizi privati

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 Con 28 voti a favore, 8 contrari e 2 astenuti, il consiglio comunale di Milano (nella foto, il sindaco Beppe Sala) ha approvato il Piano Casa 2023-2025, licenziato dalla Giunta a maggio scorso. Raddoppiare la quota di housing sociale dei grandi interventi di edilizia privata e potenziare il progetto “Casa ai lavoratori” sono il contenuto di emendamenti e ordini del giorno a firma Pd inseriti nel piano. Nel primo caso, si tratta di aumentare e diffondere l’housing sociale: ad oggi è previsto che i progetti di edilizia privata superiori a 10mila metri quadrati debbano destinare il 40 per cento delle loro costruzioni all’housing sociale.
Con la misura richiesta e approvata dal Pd, la soglia oltre la quale si dovrà destinare il 40 per cento all’edilizia convenzionata e sociale passa da 10mila a 5 mila metri quadrati, con un effetto moltiplicatore. L’altro fronte riguarda più specificatamente il mondo dei lavoratori. L’intento è di potenziare il progetto del Comune “Casa ai lavoratori”, che punta ad assegnare 2 mila case popolari sfitte a lavoratori che le ristruttureranno in cambio di un affitto agevolato. La maggioranza ha ottenuto di inserire nel progetto i lavoratori con salari più bassi, prevedendo oneri di concessioni piú bassi e quindi poi affitti calmierati. Soddisfazione del capogruppo del Pd Filippo Barberis e del presidente della Commissione Casa Federico Bottelli che chiedono “al Governo, attraverso la giunta, di dotare il paese di una legge quadro nazionale sull’edilizia residenziale pubblica e sociale efficace, capace di dare alle amministrazioni strumenti utili e ai cittadini le risposte che mancano”. Tra le altre novità, la maggioranza chiede di potenziare l’agenzia pubblica Milano Abitare rendendola “collettore e punto di accesso unico per la presentazione di candidatura alla locazione o all’acquisto di un’abitazione in edilizia residenziale sociale” e di procedere a una mappatura degli “stabili pubblici inutilizzati o sottoutilizzati le cui condizioni strutturali consentano un rapido adattamento per ospitare studentesse e studenti”.