(di Tiziano Rapanà) La pesca della discordia la trovate all’Esselunga. È il centro della chiacchiera degli ultimi giorni. Uno straordinario spot della catena di supermercati ha creato un’inutile discussione. Un bel momento cinematografico è stato terribilmente frainteso. Nel gesto affettuoso della piccola protagonista, che regala al padre separato una pesca, c’è soltanto un’azione narrativa. Quel tentativo teneramente goffo di voler rimettere i genitori insieme è solo il desiderio di un personaggio di fantasia, che non nasconde sottotesti o altre volontà. Si bada troppo al significato e non al significante e all’espressività degli attori (tutti perfetti). Un racconto che è puro cinema come espressione emotiva e slancio di creatività al servizio della storia (come Hollywood comanda). Eppure le asperità si palesano, i cavalieri della malevolenza corrono all’attacco e galoppano per dare vita ad una battaglia inutile. Così il racconto diventa un caso politico, perché quell’immagine di vita verosimile inquinerebbe l’idea che si ha del divorzio. Un racconto è soltanto un racconto e tutto il resto è perdita di tempo. Quello spot vi emoziona oppure no? Vi ha scatenato un sentimento che non sia puro dettato razionale, legato all’ideologia? Un fiore è un fiore e non un’idea di mondo, ma il moralismo vuole mettere becco anche sulla creatività. Stiamo tornando al codice Hays? Ad Hollywood, molti decenni fa, i registi dovevano seguire una serie di precetti atti a preservare la morigeratezza agli occhi del telespettatore. Era vietata la rappresentazione della volgarità e di tante altre cose (tra queste, la derisione della religione). Oggi ci aspetta un nuovo codice Hays, aggiornati ai tristi tempi che corrono: niente rappresentazione della famiglia tradizionale, guai a rappresentare figli disperati per la separazione dei genitori, niente immagini religiose, niente racconti sulla tradizione culturale ed enogastronomica e via discorrendo. Ho l’impressione che, oggi, i veri trasgressivi siano gli uomini e le donne felici di sposarsi, costruire una famiglia, e vivere in armonia nella lealtà tra coniugi.