Un maxi sciopero negli Stati Uniti ha messo nel mirino le “Big Three” dell’industria automobilistica di Detroit, ovvero Ford, General Motors e Stellantis (il gruppo italo-franco-statunitense nato dalla fusione di Fiat Chrysler e PSA). Il sindacalista americano Shawn Fain, leader di UAW (United Automobile Workers), ha annunciato lo sciopero in modo spettacolare, strappando e gettando l’offerta di rinnovo contrattuale di Stellantis durante una diretta su Facebook.
Il maxi sciopero, che coinvolgerà il settore automobilistico degli Stati Uniti, è previsto inizierà dalla mezzanotte del 14 settembre e continuerà fino a quando non verrà raggiunto un nuovo accordo contrattuale. Questo potrebbe costare oltre 5 miliardi di dollari in 10 giorni, danneggiando non solo i tre colossi dell’automobile ma anche centinaia di aziende minori che forniscono componenti e servizi. Le scorte di veicoli sono già esigue, il che rende l’impatto della protesta ancora più significativo.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si è intromesso nella questione, esortando le parti a raggiungere un “giusto accordo” entro tempi ragionevoli. L’industria automobilistica è un settore cruciale per l’economia americana, quindi questo sciopero potrebbe avere gravi conseguenze sull’industria e sull’occupazione.
L’agitazione nei confronti delle grandi aziende, come Ford, General Motors e Stellantis, è parte di un più ampio movimento di protesta che coinvolge diversi settori produttivi negli Stati Uniti, inclusi attori, sceneggiatori, autotrasportatori, metalmeccanici e altro ancora. Le preoccupazioni includono l’impatto dell’automazione e dell’intelligenza artificiale sul lavoro e sulle condizioni lavorative.