I risultati di conto economico di Gruppo al 30 giugno 2023
Al 30 giugno 2023 Banca MPS, con Luigi Lovaglio Amministratore Delegato (in foto) ha realizzato ricavi complessivi per 1.851 mln di euro, in aumento del
19,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi del secondo trimestre 2023 registrano una crescita rispetto al trimestre precedente (+10,6%), trainati sia dal margine di interesse (+14,6%) che dalle commissioni nette (+2,0%).
Il margine di interesse al 30 giugno 2023 è risultato pari a 1.083 mln di euro, in crescita rispetto
allo stesso periodo del 2022 (+64,4%). Tale crescita è stata guidata prevalentemente (i) dal maggior
contributo del comparto commerciale, che ha beneficiato di maggiori interessi attivi sugli impieghi,
generati dall’aumento dei tassi di interesse, solo in parte compensati dai maggiori interessi passivi
sulla raccolta; (ii) dalla maggiore contribuzione del portafoglio titoli, in conseguenza di maggiori
rendimenti. In riduzione rispetto allo scorso anno, invece, il contributo riveniente dai rapporti con
banche centrali, passato complessivamente da 97 mln di euro nel primo semestre 2022 a -68 mln
di euro nel primo semestre 2023, a seguito delle decisioni di politica monetaria di BCE, che hanno
introdotto un innalzamento dei tassi di riferimento e alcune modifiche, a far data dal 23 novembre 2022, ai termini e alle condizioni applicate alle aste TLTRO III in essere. In aumento anche il costo della raccolta di mercato, in conseguenza soprattutto del rialzo dei tassi.
Il margine di interesse del secondo trimestre 2023 si pone in aumento anche rispetto al trimestre
precedente (+14,6%) grazie al maggior contributo degli impieghi commerciali (che continuano a
beneficiare della crescita dei tassi), combinato all’attento presidio del costo della raccolta. Sulla
positiva dinamica trimestrale del margine di interesse impatta anche la riduzione del costo netto dei
rapporti con banche centrali, per effetto del maggiore beneficio sulla liquidità depositata (131 mln di
euro nel secondo trimestre del 2023 rispetto a 87 mln di euro nel trimestre precedente), parzialmente
compensato da maggiori interessi passivi sulle aste TLTRO (rispettivamente, 144 mln di euro nel
secondo trimestre 2023 e 140 mln di euro nel primo trimestre 2023) e dal costo delle aste MRO (2
mln di euro nel secondo trimestre del 2023).
Le commissioni nette al 30 giugno 2023, pari a 670 mln di euro, mostrano una dinamica
differenziata fra le varie componenti. Le commissioni bancari3 presentano una sostanziale stabilità
(377 mln di euro nel primo semestre 2023 rispetto a 379 mln di euro nel primo semestre 2022), al
netto delle commissioni per intermediazione di crediti di terzi, quest’ultime impattate dalla
valorizzazione della fabbrica interna di consumer finance, avviata lo scorso anno. I proventi sulla
gestione del risparmio (-13,9%), risentono invece delle minori commissioni, in particolare, di
collocamento sul risparmio gestito che sono state in parte compensate dal maggior gettito registrato
sul servizio titoli, in ragione del rinnovato interesse da parte della clientela per gli investimenti a tasso
fisso (principalmente titoli di stato).
Nel secondo trimestre dell’esercizio 2023 le commissioni nette sono in crescita rispetto al trimestre
precedente (+2,0%) grazie al contributo delle commissioni relative all’attività bancaria tradizionale.
In calo i proventi derivanti dal risparmio gestito, al cui interno la flessione sul collocamento è stata
solo in parte bilanciata dalla crescita del continuing.
I dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni ammontano a 53 mln di euro e
risultano in aumento di 2 mln di euro rispetto al 30 giugno 2022. Il risultato del secondo trimestre
2023 si pone in crescita rispetto al trimestre precedente (+16 mln di euro), in relazione alla maggiore
contribuzione derivante dalle società AXA, cui si aggiunge un maggior contributo di dividendi.
Il risultato netto della negoziazione, delle valutazioni al fair value di attività/passività e degli
utili da cessioni/riacquisti al 30 giugno 2023 ammonta a 47 mln di euro, in calo di 35 mln di euro
rispetto ai valori registrati nello stesso periodo dell’anno precedente, che includevano utili sulla
cessione di titoli per 49 mln di euro, e con un contributo del secondo trimestre 2023 in flessione di 3
mln di euro rispetto al trimestre precedente.
Al 30 giugno 2023 gli oneri operativi sono risultati pari a 914 mln di euro, in flessione del -14,9%
rispetto al primo semestre 2022, anche grazie alla riduzione nel secondo trimestre 2023 (-3,3%).
Esaminando in dettaglio i singoli aggregati emerge quanto segue:
-le spese per il personale, che ammontano a 574 mln di euro, si riducono del 19,4% rispetto
al corrispondente periodo dell’anno precedente, beneficiando della dinamica in flessione
degli organici, legata principalmente alle uscite attraverso l’Esodo/accesso al Fondo di Solidarietà avvenute a Dicembre 2022, di cui all’accordo con le organizzazioni sindacali del 4 agosto 2022. Il livello delle spese del secondo trimestre 2023 è sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente;
-le altre spese amministrative, che ammontano a 253 mln di euro, risultano in flessione rispetto al 30 giugno 2022 (-5,6%) e sono in calo del -10,5% su base trimestrale, grazie anche alla messa a regime di un processo rigoroso di governo della spesa;
-le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali ammontano a 87 mln di euro al 30 giugno 2023 e risultano in flessione rispetto al 30 giugno 2022 (-7,9%), anche grazie all’ulteriore riduzione del -1,1% del secondo trimestre 2023.
Per effetto delle dinamiche sopra descritte, il risultato operativo lordo del Gruppo è pari a 937 mln
di euro, in crescita del +95,9% rispetto al 30 giugno 2022, grazie al contributo del secondo trimestre pari a 523 mln di euro (+26,3% t/t). Al 30 giugno 2023 il Gruppo ha contabilizzato un costo del credito a clientela pari a 205 mln di euro, in flessione rispetto ai 225 mln di euro rilevati nello stesso periodo dell’anno precedente. Il contributo del secondo trimestre 2023 evidenzia una flessione rispetto al trimestre precedente (- 8,9%), nonostante l’ulteriore incremento degli overlays. Al 30 giugno 2023 il rapporto tra il costo del credito clientela annualizzato e la somma dei finanziamenti clientela e del valore dei titoli rivenienti da operazioni di cessione/cartolarizzazione di crediti non performing esprime un trend stabile, con un tasso di provisioning di 54 bps (55 bps sia al 31 marzo 2023 sia al 31 dicembre 2022).
Il risultato operativo netto del Gruppo al 30 giugno 2023 è pari a 734 mln di euro, a fronte di un
risultato di 255 mln di euro registrato nel primo semestre 2022. Il contributo del secondo trimestre
2023, pari a 426 mln di euro, si pone in crescita del 37,9% rispetto al trimestre precedente.
Alla formazione del risultato di esercizio concorrono anche le seguenti voci:
-altri accantonamenti netti al fondo rischi e oneri pari a -2 mln di euro nel primo semestre, in riduzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il contributo del secondo trimestre 2023 è in miglioramento di 11 mln di euro rispetto al trimestre precedente;
-altri utili (perdite) da partecipazioni pari a -1 mln di euro, a fronte di un utile di 1 mln di euro contabilizzato nel primo semestre dell’anno precedente. Il contributo del secondo trimestre 2023 risulta in miglioramento di 2 mln di euro rispetto al trimestre precedente;
-oneri di ristrutturazione/oneri una tantum, positivi per 4 mln di euro, rispetto ad un contributo registrato nel primo semestre 2022 pari a -3 mln di euro. Nel secondo trimestre il contributo è stato positivo per 9,7 mln di euro;
-rischi e oneri connessi a SRF, DGS e schemi similari, saldo pari a -59 mln di euro costituiti dal contributo a carico del Gruppo dovuto al Fondo di Risoluzione Unico (SRF), contabilizzato nel primo trimestre 2023, in riduzione rispetto all’importo di -89 mln di euro registrato nello stesso periodo del 2022;
-canone DTA, pari a -31 mln di euro, sostanzialmente invariato rispetto a quanto registrato nello stesso periodo dell’anno precedente; in linea con il trimestre precedente il contributo del secondo trimestre 2023. L’importo, determinato secondo i criteri del DL 59/2016 convertito in Legge n. 119 del 30 giugno 2016, rappresenta il canone di competenza al 30 giugno 2023 sulle DTA (Deferred Tax Assets) trasformabili in credito di imposta;
-risultato della valutazione al fair value di attività materiali e immateriali, pari a -29 mln
di euro (interamente registrati nel secondo trimestre 2023, a fronte della periodica
rideterminazione del valore del patrimonio immobiliare), rispetto al contributo di -11 mln di
euro contabilizzato nello stesso periodo del 2022;
-utili (perdite) da cessione di investimenti, con un contributo sostanzialmente nullo in
entrambi i trimestri del 2023, in lieve flessione con quanto contabilizzato nel primo semestre
del 2022 (utile pari a 0,8 mln di euro).
Per effetto delle dinamiche sopra evidenziate, l’utile di periodo al lordo delle imposte del Gruppo
è pari a 615 mln di euro, in crescita rispetto all’utile ante imposte di 44 mln di euro registrato nel
corrispondente periodo del 2022. Il risultato del secondo trimestre 2023 è pari a 395 mln di euro in
aumento rispetto ai 220 mln di euro del trimestre precedente.
Le imposte sul reddito di periodo registrano un contributo positivo pari a 4 mln di euro (9 mln di
euro il contributo positivo al 30 giugno 2022) imputabile principalmente alla valutazione delle DTA al
netto della fiscalità relativa al risultato economico del semestre. A seguito delle dinamiche sopra descritte, l’utile di periodo di pertinenza della Capogruppo ammonta a 619 mln di euro al 30 giugno 2023, circa dodici volte il risultato netto conseguito nel primo semestre del 2022 pari a 53 mln di euro. L’utile del secondo trimestre (pari a 383 mln di euro) risulta in crescita del 62,6% rispetto a quello contabilizzato nel trimestre precedente (pari a 236 mln di euro).
Gli aggregati patrimoniali di Gruppo al 30 giugno 2023
Al 30 giugno 2023 i volumi di raccolta complessiva del Gruppo sono risultati pari a 178,8 mld di
euro, evidenziando una crescita di 1,0 mld di euro rispetto al 31 marzo 2023 principalmente sulla
raccolta indiretta (+0,9 mld di euro). Sostanzialmente stabile la raccolta diretta (+0,1 mld di euro).
L’aggregato si pone in aumento anche rispetto al 31 dicembre 2022 (+4,4 mld di euro) grazie alla
crescita sia della raccolta diretta (+2,1 mld di euro) sia della raccolta indiretta (+2,3 mld di euro).
I volumi di raccolta diretta si sono attestati a 84,1 mld di euro e risultano in linea rispetto ai valori
di fine marzo 2023 (+0,1 mld di euro). L’aumento registrato sui PCT (+0,6 mld di euro) ha più che
compensato la flessione dei conti correnti (-0,5 mld di euro), mentre rimangono stabili i depositi a
scadenza, le obbligazioni e le altre forme di raccolta. L’aggregato risulta in crescita rispetto al 31 dicembre 2022 (+2,1 mld di euro). La flessione dei conti correnti (-2,8 mld di euro) e delle altre forme di raccolta (-0,1 mld di euro), dovuta alla prosecuzione delle azioni di ottimizzazione del costo del funding e alla maggiore propensione all’investimento in strumenti di risparmio amministrato, è stata più che compensata dalla crescita dei PCT (+3,8 mld di euro). In aumento anche i depositi a scadenza (+0,4 mld di euro) e la componente obbligazionaria (+0,8 mld di euro), quest’ultima a seguito del collocamento di un’obbligazione senior preferred per 750 mln di euro nel primo trimestre 2023.
La raccolta indiretta commerciale, si è attestata a 83,7 mld di euro, in crescita di 1,9 mld di euro
rispetto al 31 marzo 2023, grazie all’aumento sia del risparmio amministrato (+1,6 mld di euro), sia del risparmio gestito (+0,3 mld di euro). La dinamica del risparmio amministrato è da ricondurre a flussi netti positivi legati al rinnovato interesse da parte della clientela per i titoli di stato, anche a seguito del rialzo dei rendimenti. Il risparmio gestito beneficia invece dell’effetto mercato positivo.
Nel confronto con il 31 dicembre 2022 si assiste ad una crescita della raccolta indiretta commerciale di 5,6 mld di euro, grazie all’aumento del risparmio amministrato (+4,5 mld di euro), registrato principalmente sulla componente dei titoli di stato, e del risparmio gestito (+1,1 mld di euro). Al 30 giugno 2023 i finanziamenti clientela del Gruppo si sono attestati a 76,1 mld di euro, in flessione rispetto al 31 marzo 2023 (-1,7 mld di euro), soprattutto sui mutui (-0,9 mld di euro), chescontano le consistenti scadenze della fine del semestre e il rallentamento della domanda di mutui residenziali legato all’aumentato livello dei tassi; in riduzione anche i PCT (-0,6 mld di euro) e i conti correnti (-0,3 mld di euro). In lieve aumento, invece, gli altri finanziamenti (+0,1 mld di euro), mentre risulta sostanzialmente stabile la componente dei crediti deteriorati.
Nel confronto con il 31 dicembre 2022, l’aggregato risulta in lieve calo (-0,2 mld di euro). La flessione dei mutui (-1,2 mld di euro) è stata infatti solo parzialmente compensata dall’aumento degli altri finanziamenti (+0,7 mld di euro), dei PCT (+0,2 mld di euro) e dei conti correnti (+0,2 mld di euro).
Il 3 agosto 2023 è stato sottoscritto il contratto di cessione di un portafoglio di crediti non performing con un gross book value di circa 230 milioni di euro ad un gruppo di investitori istituzionali italiani ed internazionali. I relativi crediti saranno deconsolidati entro la fine dell’anno.
Fattorizzando tale operazione su basi proforma, Il totale finanziamenti clientela deteriorati proforma del Gruppo al 30 giugno 2023 è risultato pari a 3,2 mld di euro in termini di esposizione lorda, in diminuzione rispetto al 31 marzo 2023 e al 31 dicembre 2022.
Parimenti, al 30 giugno 2023 i finanziamenti clientela deteriorati pro-forma del Gruppo in termini di esposizione netta si sono attestati a 1,6 mld di euro, sugli stessi livelli registrati al 31 marzo 2023 e in riduzione rispetto al valore del 31 dicembre 2022.
Al 30 giugno 2023 la percentuale pro-forma di copertura dei crediti deteriorati è pari al 49,8%, in aumento rispetto al 31 dicembre 2022 (48,1%), con una copertura delle sofferenze del 65,2%, delle inadempienze probabili del 41,5% e dei finanziamenti scaduti deteriorati del 21,8%.
Al 30 giugno 2023 le attività in titoli del Gruppo sono risultate pari a 19,6 mld di euro, in crescita rispetto al 31 marzo 2023 (+0,9 mld di euro) in relazione soprattutto all’aumento delle attività finanziarie detenute per la negoziazione, principalmente in relazione all’attività di market making su titoli di Stato; in crescita anche la componente a costo ammortizzato (+0,2 mld di euro), in conseguenza di acquisti di titoli governativi italiani realizzati nel secondo trimestre 2023 a fronte di scadenze occorse nei primi sei mesi dell’anno, mentre risultano sostanzialmente stabili le altre componenti.
L’aggregato risulta in aumento di 1,2 mld di euro rispetto al 31 dicembre 2022 soprattutto in relazione alla crescita registrata sulla componente di negoziazione, per l’attività di market-making sui titoli governativi italiani (+1,4 mld di euro). In crescita anche la componente a costo ammortizzato (+0,5 mld di euro) a seguito di acquisti di titoli governativi che hanno in parte compensato le scadenze registrate nell’ambito delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (-0,7 mld di euro).
Al 30 giugno 2023, la posizione interbancaria netta del Gruppo si è attestata a 3,2 mld di euro in raccolta, a fronte di 4,5 mld di euro in raccolta al 31 marzo 2023 e 7,0 mld di euro al 31 dicembre
La variazione rispetto al trimestre precedente è imputabile principalmente ai rapporti con banche centrali. La flessione della raccolta, dovuta alla scadenza in data 28 giugno 2023 della tranche di TLTRO ottenuta nell’asta del giugno 2020 per 11 mld di euro (il totale delle aste TLTRO in essere al 30 giugno 2023 ammonta a complessivi 8,5 mld di euro), è stata infatti solo parzialmente compensata dall’accesso ad aste MRO per circa +7 mld di euro e da una riduzione della liquidità depositata presso le banche centrali (-2,5 mld di euro sulla Depo Facility).
Anche la variazione rispetto alla fine dell’anno precedente è riferibile alla raccolta da banche centrali,
riflettendo nella sostanza le dinamiche precedentemente illustrate. Al 30 giugno 2023 la posizione di liquidità operativa presenta un livello di counterbalancing capacity non impegnata pari a circa 26,2 mld di euro, in aumento rispetto sia al 31 marzo 2023 (pari a 25,1 mld di euro) che al 31 dicembre 2022 (pari a 25,5 mld di euro).
Al 30 giugno 2023 il patrimonio netto del Gruppo e di pertinenza di terzi risulta pari a 8,5 mld di euro in aumento di 371 mln di euro rispetto al 31 marzo 2023, principalmente per effetto del risultato
positivo registrato nel trimestre. Rispetto al 31 dicembre 2022 il patrimonio netto del Gruppo e di pertinenza di terzi risulta in aumento di 0,6 mld di euro, ascrivibili nella sostanza, anche in questo caso, al risultato economico conseguito nel primo semestre 2023.
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, al 30 giugno 2023 il Common Equity Tier 1 ratio si
è attestato a 15,9%6 (rispetto al 14,4% del 31 marzo 2023 e al 16,6% del 31 dicembre 2022) e il
Total Capital ratio7 al 19,4% (rispetto al 18,0% del 31 marzo 2023 e al 20,5% del 31 dicembre
2022). La variazione rispetto al 31 marzo 2023 è dovuta principalmente alla organica generazione
di capitale.