La precompilata è andata in crash. Sono centinaia le segnalazioni di utenti della piattaforma gestita dall’Agenzia delle entrate che hanno evidenziato la presenza di errori e sviste eclatanti sulle posizioni di singoli contribuenti. Nelle loro precompilate sono comparse decine e decine di Certificazioni Uniche relative a soggetti sconosciuti con i quali i contribuenti non hanno intrattenuto mai alcun rapporto né di opera professionale né di lavoro. Ovviamente, il caricamento di questi redditi sulle posizioni di molti contribuenti italiani, ha gettato scompiglio fra i consulenti che proprio in questi giorni stanno chiudendo le dichiarazioni dei redditi dell’anno 2022. Del caos generatosi si è fatta portavoce l’Associazione Nazionale dei Commercialisti che con un comunicato stampa, a firma del suo presidente Marco Cuchel, ha evidenziato il disagio della categoria e di “..migliaia di colleghi esacerbati i quali, nell’affanno di questi giorni, trovano i cassetti fiscali dei clienti pieni di decine e decine certificazioni uniche di sconosciuti, e non pertinenti”.
Queste disfunzioni della piattaforma telematica, gestita per conto dell’Agenzia delle entrate dal partner tecnologico Sogei SpA, sulle dichiarazioni precompilate sono preoccupanti non solo da punto di vista prettamente fiscale. Gli screen shot pubblicati da molti utenti dei social dimostrano che è possibile aprire le CU errate ed acquisire informazioni di soggetti terzi che dovrebbero invece restare protette in base alla normativa sulla privacy.
Alla situazione ha replicato Sogei che gestisce i flussi ed è responsabile informatica dell’accaduto. Con una nota la società ha dichiarato che: «per un problema tecnico temporaneo, il servizio “Cassetto Fiscale” consentiva la potenziale consultazione dei dati delle certificazioni uniche relative all’anno di imposta 2022 – relative a 49 soggetti, principalmente soggetti stranieri, a causa di omocodia del codice fiscale. Il problema tecnico ha avuto in tutto una durata di 23 minuti, nell’intervallo orario compreso fra le 18:02 e le 18:25 e non ha interessato altri soggetti e dati. Sogei sta predisponendo al riguardo gli adempimenti previsti dal Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali (GDPR)».
Da sottolineare anche la particolare tempistica con cui le disfunzioni si sono verificate generando disagi sugli utenti. Siamo infatti a ridosso di quel fatidico 31 luglio, ultimo giorno utile per il pagamento con la maggiorazione dello 0,40% (per alcuni da calcolare in frazione di giorno) delle imposte dovute a titolo di saldo 2022 e primo acconto 2023 sulla base delle dichiarazioni dei redditi 2023.
Termine per il quale, nonostante le numerose richieste formulate, il ministero non ha inteso concedere, almeno finora, alcuna proroga. Intanto dalle indicazioni contenute nella convenzione 2023-2025 su cui si è aperto il confronto nei giorni scorsi tra il Ministero dell’economia, l’Agenzia delle entrate e l’Agenzia della riscossione (si veda ItaliaOggi del 25/7/23), si legge che, fra gli obiettivi prioritari da perseguire, vi è anche la riduzione dei costi di adempimento dichiarativo per i contribuenti tramite il consolidamento, quale metodo ordinario di dichiarazione, dei modelli precompilati che verranno ulteriormente migliorati con l’estensione del set informativo che verrà messo a disposizione dei contribuenti.
Per l’Agenzia la precompilata dovrà essere: «lo strumento di maggiore efficacia che l’Agenzia ha messo a disposizione dei contribuenti. Continuerà a essere oggetto di costanti miglioramenti ed estensioni, in un percorso di progressiva dematerializzazione dei modelli di dichiarazione, teso a raggiungere l’obiettivo di far venir meno la necessità stessa di presentarla, consentendo in futuro al cittadino di limitarsi a verificare i dati raccolti dall’Agenzia». A tal proposito nella convenzione si anticipa che: «, è previsto un nuovo indicatore che misura dal 2023 il numero di dichiarazioni (730 e Redditi PF) inviate direttamente dal contribuente che si ritiene possa essere superiore a 4.100.000».
Le vicende in commento di questi giorni testimoniano, però, se ancora ce ne fosse bisogno, ciò che l’Autorità per la protezione dei dati personali ha più volte evidenziato nelle sue relazioni circa il livello di sicurezza e di protezione dell’intera anagrafe tributaria.
Andrea Bongi, ItaliaOggi