Il Soccer Camp della Divisione Banche Estere di Intesa Sanpaolo, guidata da Marco Elio Rottigni, nella foto, è ormai diventato un modello di comunicazione che combina l’impegno sociale, lo sport e l’agenda istituzionale di alcuni dei paesi coinvolti quali Serbia, Croazia, Slovacchia e Ungheria.
I dati raggiunti sono più che lusinghieri. In totale, fino ad oggi, hanno partecipato oltre cinquemila ragazzi dai 7 ai 14 anni.
I team internazionali coordinati da Renato Vichi hanno adottato una strategia semplice: pochi ed efficaci ingredienti per rilanciare questo appuntamento, organizzato ormai da diversi anni.
Il primo elemento ha puntato all’eccellenza dell’Italia nello sport, sfruttando quell’innata vocazione al calcio da sempre elemento di immagine e “ambasciatore internazionale” culla di talenti e valori. La seconda parola chiave è stato l’impegno sociale: unire lo sport con il talento costante di Intesa Sanpaolo per sostenere chi ha bisogno, come i giovani disabili o con famiglie a rischio.
Il terzo ingrediente? Il linguaggio e la comunicazione più vicini alla gente, ai giovani e ai loro educatori, così come alcune istituzioni speciali tra Belgrado, Zagabria e Bratislava che hanno potuto utilizzare il programma del Soccer Camp per coinvolgere centinaia di bambini e famiglie svantaggiati e in stato di bisogno.
Questa semplice miscela ha rafforzato le attività della Divisione Banche Estere di Intesa Sanpaolo nelle comunità locali dei paesi quali Serbia, Croazia, Slovacchia e Ungheria che ha ricevuto grande apprezzamento da parte delle istituzioni politiche coinvolte con l’unico obiettivo di trasmettere ai ragazzi, valori come la lealtà, il rispetto e lo spirito di squadra. Il tutto sotto l’esperta regia della rete delle banche estere di Intesa Sanpaolo.