Tra gli scienziati diventa sempre più accreditata l’ipotesi di un ‘long vax’ cioè di sintomi post vaccino tra cui casi rari di coaguli di sangue anomali e infiammazione del cuore. Le vaccinazioni contro il Covid-19 ha salvato milioni di vite e il mondo si sta preparando per una nuova serie di richiami. Ma come tutti i vaccini, quelli che mirano al coronavirus possono causare effetti collaterali in alcune persone, tra cui casi rari di coaguli di sangue anomali e infiammazione del cuore. Un’altra complicanza apparente, una serie debilitante di sintomi, è stata più sfuggente, il suo legame con la vaccinazione non chiaro e le sue caratteristiche diagnostiche poco definite. Ma negli ultimi mesi, quello che alcuni chiamano Long Vax ha guadagnato una maggiore accettazione tra medici e scienziati, e alcuni stanno ora lavorando per comprendere e trattare meglio i suoi sintomi. “I casi sembrano molto rari, molto meno comuni del long Covid dopo l’infezione”, commenta Anne Louise Oaklander, neurologa e ricercatrice presso la Harvard Medical School che ha studiato il fenomeno descritto in un articolo su Science. I sintomi possono includere mal di testa persistente, grave affaticamento e anomalie del ritmo cardiaco e della pressione sanguigna. Scompaiono ore, giorni o settimane dopo la vaccinazione e sono difficili da studiare. Ma i ricercatori e i clinici stanno sempre più trovando un certo collegamento con condizioni mediche note. Una di queste è la neuropatia a piccole fibre, una condizione che Oaklander studia, in cui il danneggiamento dei nervi può causare formicolio o sensazioni simili a uno shock elettrico, dolore bruciante e problemi di circolazione del sangue. La seconda è una sindrome più nebulosa, con sintomi talvolta innescati dalla neuropatia a piccole fibre, chiamata sindrome da tachicardia ortostatica posturale (POTS). Può comportare debolezza muscolare, variazioni del ritmo cardiaco e della pressione sanguigna, affaticamento e confusione mentale. I pazienti con sintomi post-vaccinazione possono presentare caratteristiche di una o entrambe le condizioni, anche se non soddisfano i criteri per una diagnosi. Entrambi sono anche comuni nei pazienti con Long Covid, dove spesso sono attribuiti a una sovrareazione del sistema immunitario. Sebbene sempre più ricercatori stiano ora prendendo sul serio la long vax, i regolatori negli Stati Uniti e in Europa dicono di aver cercato, ma non hanno trovato, una connessione tra i vaccini Covid-19 e la neuropatia a piccole fibre o la POTS. “Non possiamo escludere casi rari”, afferma Peter Marks, direttore del Centro per la valutazione e la ricerca dei prodotti biologici della Food and Drug Administration degli Stati Uniti, che sovrintende ai vaccini.